La memoria corta della Bresso

I presidenti di Regione sono persone importanti. Rivestono un incarico istituzionale di tale rilievo che qualcuno ha voluto chiamarli governatori. Mercedes Bresso, governatrice del Piemonte, è per giunta due volte importante, perché oltre ad estendere il suo potere su Torino e Regione è anche europarlamentare. Stupisce dunque che una persona così potente sia costretta a una piccola bugia per nascondere i suoi passati tentennamenti sul fronte dell’alta velocità.
Martedì sera, durante la puntata di «Otto e mezzo», programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni in onda su La 7, quando ho spiegato che la sinistra sulla Tav era nel pantano perché quando era all’opposizione aveva cavalcato i movimenti no Tav e le proteste dei sindaci, la Bresso si è subito agitata sulla sedia e appena ho aggiunto che la stessa presidente della Regione, che oggi vuole la Tav in Val di Susa, nel 2000 era contraria, ha cominciato a urlare: «Non ci provi a dire falsità, quelle che dice sono stupidaggini». A nulla è servito ricordarle che a tirarla in ballo era quello stesso Marco Travaglio tanto caro alla sinistra quando attacca Berlusconi dalle pagine dell’Unità. La governatrice era sull’orlo di una piccola crisi di nervi, per cui ho preferito non insistere.
Ora che immagino la Bresso si sia calmata, per dovere di cronaca sono però costretto a rinfrescare la memoria della governatrice, citando un articolo del Diario del 16 dicembre 2005. Anche qui si tratta di una fonte cui si abbevera volentieri la sinistra. Nell’articolo, che è titolato «I furbetti del tunnellino», si legge che l’atteggiamento dei vertici dei Ds a proposito del supertunnel della Val di Susa cambiò quando una gara d’appalto fu vinta dalla Cmc, cooperativa rossa di Ravenna. «Mercedes Bresso, la presidente della Regione, è oggi una moderata ma ferma sostenitrice dell’alta velocità. Eppure nel 2000 dichiarava: “Non barattiamo e non spezziamo il nostro tracciato. La soluzione Alpetunnel ha un impatto sulla valle a dir poco devastante. È prevista un’uscita del tunnel che avrà effetti disastrosi. Così come la stazione di sorpasso di Bruzzolo e la stessa occupazione dei terreni nella parte bassa della valle. Vogliamo che ci sia un confronto tecnico e politico che vada fino in fondo. E che porti a una decisione definitiva”».
Certo sono passati sei anni da quando Mercedes Bresso pronunciò quelle parole, ma siamo certi che un’esperta di impatti ambientali qual è la governatrice ha già valutato l’impatto politico di quelle sue frasi se qualcuno le rammentasse oggi.

In particolare ci prefiguriamo l’entusiasmo con cui verrebbero accolte da chi, dopo aver sentito per anni che la Tav era un terremoto, oggi passa le serate a protestare al freddo. Immaginiamo ancor meglio come qualcuno definirebbe - certamente ad alta velocità - la signora governatrice.

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