Michele Perla
Allinizio i parenti pensavano che si trattasse di una banale influenza. Ma poi la febbre ha continuato a salire sempre di più, sino a quando Annamaria ha perso conoscenza per cadere in un sonno dal quale non sè più svegliata. Uccisa in meno di ventiquattrore da un attacco fulminante di meningite batterica, nonostante i disperati tentativi dei medici dellospedale di sottrarla al tragico destino.
La donna aveva 51 anni ed abitava con la famiglia a Villa Cortese, vicino Legnano. Tutto è iniziato martedì pomeriggio, quando la signora ha cominciato ad accusare i primi sintomi della terribile infezione. Forte emicrania, senso di spossatezza, nausea e soprattutto febbre, che nonostante le medicine, anziché attenuarsi ha continuato a salire. Improvvisamente ha perso conoscenza, ed a questo punto i parenti hanno lanciato lallarme facendo intervenire unautolettiga del 118.
Trasportata al nosocomio di Legnano è stata affidata ai medici, che da subito hanno intuito la gravità delle sue condizioni. Immediatamente è stata trasferita nel reparto di rianimazione, dove il suo stato di salute si è mantenuto per qualche ora grave, ma stabile. Nel corso della notte invece si è aggravata e mercoledì mattina allalba il suo cuore ha cessato di battere, fra lo sconforto dei medici e dei familiari che avevano inutilmente sperato in un miracolo. Il sospetto che si potesse trattare di una forma di meningite, avanzato dai sanitari sin dallinizio, ha trovato conferma con gli esami condotti dopo il decesso.
Annamaria era stata infatti colpita da meningite batterica, una forma rara ma che difficilmente lascia speranze di sopravvivenza a chi ne viene colpito. Proprio un anno fa, sempre nel Legnanese si registrò per la stessa causa unaltra vittima: un giovane di 26 anni. «Purtroppo - spiegano i medici -, è uninfezione che uccide in poche ore anche perché quando si manifestano i primi sintomi è generalmente già troppo tardi per intervenire».
Mercoledì mattina lAsl ha dato il via al protocollo sanitario previsto dalla legge, allorché si verificano casi simili. Così, tutte le persone che sono state in qualche modo a contatto con la vittima insieme ai familiari, si sono dovute sottoporre ad una particolare terapia antibiotica.
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