«Mense a km zero e solo acqua del rubinetto»

Nelle mense scolastiche solo prodotti a «chilometro zero». E in tavola brocche di acqua del rubinetto, «visto che quella di Milano è buona e certificata, inutile spendere 170mila euro all’anno per acquistarla in bottiglia». Anche se, almeno in questo caso, l’azienda fornitrice è lombarda e precisamente di Pavia. Dal capogruppo milanese della Lega Matteo Salvini parte la crociata per le mense in stile lumbard, basta acquistare i prodotti extraconfine, non solo nazionale ma anche regionale. E a Milano Ristorazione, che ogni giorno distribuisce ottantamila pasti tra scuole, case di riposo e nelle cucine dei dipendenti comunali spendendo dieci milioni di euro all’anno, propone di inserire nel prossimo capitolato per le le gare di appalto una restrizione sulla provenienza dei prodotti. Specialmente se si tratta di mense scolastiche, «vogliamo sapere da dove arrivano i cibi che mangiano ogni giorno i nostri bambini». La difficoltà a trovare aziende in grado di fornire frutta, verdura o formaggi dovrebbe essere limitata già a restringere il cerchio nel capoluogo, visto che Milano è la seconda città agricola in Italia. E esempi di gare di appalto in chiave «local» nonostante le norme europee già ne esistono anche vicino a casa, Salvini fa presente il Comune di Sedriano alle porte di Milano dove a partire da quest’anno in tavola vengono serviti sol piatti a chilometro zero. «Sarebbe bello che tra le grande città facessimo proprio noi da apripista, visto che il tema di Expo è nutrire il pianeta - insiste il capogruppo leghista che è anche europarlamentare -. E se ottantamila pasti al giorno venissero acquistati in Lombardia vorrebbe dire più posti di lavoro per il territorio, meno inquinamento, più risparmi e “sai cosa mangi“». Nel progetto potrebbe essere coinvolta Slow Food, o Confagricoltura con i suoi associati.
Guardando i conti di Milano Ristorazione, l’azienda che gestisce per conto del Comune le mense della città, vien fuori che per frutta e verdura di spendono circa tre milioni di euro all’anno, i grossisti in questo caso sono due, uno di Lecco e uno di Milano ma il sospetto della Lega è che il prodotto primario possa in realtà arrivare da fuori, per questo chiede garanzie sulla provenienza dai terreni lombardi. Idem la carne bovina (un milione di euro all’anno), che viene acquistata dal Gruppo Cremonini, fornitore anche di McDonald’s. Per il pesce Milano Ristorazione spende 1,2 milioni, l’intermediario è di Parma. Per i latticini (il grana ad esempio viene fornito da Padova, le mozzarelle di Treviso) a bilancio ci sono 1,8 milioni di euro, sui salumi (600mila euro) nulla da eccepire dato che l’azienda è di Tavernerio, in provincia di Como. Per il gelato si spendono 400mila euro.
Un capitolo a parte l’acqua.

Per quella in bottiglia (l’azienda fornitrice è di Pavia) Mi Ristorazione - e quindi il Comune - spende 170mila euro l’anno. «Quella del rubinetto è buona e possiamo evitare la spesa» ribadisce Salvini. Mense a km zero sono un obiettivo del resto già dichiarato al momento dell’insediamento da Roberto Predolin, neo presidente della società.

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