«Mercati agricoli da riformare»

da Milano

Ossessionata com’è da sempre dai rischi d’inflazione, la Bce non può non essere preoccupata da quanto sta accadendo ai prezzi internazionali delle materie prime alimentari, protagonisti nel 2007 di ripetuti rincari. Un fenomeno che Francoforte non vede in via di esaurimento. Anzi: nei prossimi mesi, sottolinea il Bollettino mensile, i prezzi «continueranno probabilmente ad aumentare».
Serve dunque un’azione di contrasto che l’istituto individua in «un'ulteriore liberalizzazione e maggiori riforme dei mercati agricoli dell'Ue», in modo da «accrescere la loro efficienza e far diminuire i prezzi a beneficio dei consumatori europei». Il Consiglio direttivo ribadisce infatti «il suo pieno sostegno a tutte le misure volte a promuovere la flessibilità dei mercati e ad accrescere la concorrenza anche per quanto riguarda i mercati dei prodotti agricoli». E sempre in merito alle politiche strutturali, sottolinea come sia «importante che i governi continuino» sulla strada delle riforme e «non vanifichino le riforme passate proprio quando iniziano a produrre effetti positivi».
L’invito della Bce a procedere sulla strada delle riforme è stato raccolto dalla Coldiretti, che ricorda tuttavia come l'aumento della spesa alimentare non nasca nei campi.

Se è vero, dice la Coldiretti, che è salita a circa 467 euro al mese la spesa che ogni famiglia italiana destina per gli acquisti di alimenti e bevande, è giusto precisare che oltre la metà, per un valore di ben 238 euro (51 per cento), va al commercio e ai servizi, 140 (30 per cento) all'industria alimentare e solo 89 (19 per cento) alle imprese agricole, a significare in altre parole che i prezzi dal campo alla tavola aumentano di cinque volte (più 400 per cento).

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