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) Da qualche settimana, infatti, la loro mercanzia di dubbia provenienza è arrivata proprio sotto la Sopraelevata, nel parcheggio dove sono autorizzati a entrare solo i mezzi di chi lavora per l'Autorità che ha sede a Palazzo San Giorgio.
Così, da un giorno allaltro, chi da sempre utilizza quegli spazi (in modo pienamente legittimo), si è visto occupare il posteggio riservato alla propria auto da chi (senza alcun titolo e in maniera del tutto abusiva) in passato era già stato cacciato dallarea alle spalle di Palazzo San Giorgio, proprio di fronte ai portici di Sottoripa.
Gli sgomberi compiuti in passato, finora, sono stati del tutto inefficaci. Tanto che la situazione ora è ulteriormente peggiorata, perché gli animi degli ambulanti abusivi si sono incattiviti.
«Utilizzano i cofani delle nostre automobili per esporre la loro mercanzia, bevono tutto il giorno e poi vanno a fare i loro bisogni sulle vetture che noi posteggiamo - dice sospirando uno dei dipendenti dellAutorità Portuale- E quando qualcuno di noi si avvicina per uscire dal posteggio con la propria automobile, sa cosa riceve in cambio? Solo insulti, minacce e calci sulle portiere. Non sappiamo davvero più che cosa fare».
E la situazione, se non risolta in fretta, rischia realmente di degenerare: «Qualcuno minaccia di passare alle vie di fatto, e se qualcuno non interviene prima o poi finrà per scoppiare qualche rissa - spiega esasperato un altro dipendente di Palazzo San Giorgio- Le minacce che ci vengono rivolte quando ci avviciniamo alle nostre vetture non risparmiano nemmeno le donne, che a volte escono dagli uffici anche dopo una certa ora, a sera ormai inoltrata».
Ma è davvero possibile che una situazione del genere si verifichi in una zona - il porto antico di Genova - davvero ad alta frequentazione e (soprattutto) da sempre meta prediletta dai turisti?
La verifica non lascia spazio a dubbi: ogni giorno i venditori iniziano ad arrivare intorno alle 15.30, insieme alla loro «merce», e lì rimangono fino a sera. Occupano uno spazio recintato da catene, in cui sono posteggiate una ventina di automobili in tutto. E lì, su lenzuola appoggiate sullasfalto, cominciano a sistemare i propri oggetti.
Cosa vendono? Davvero di tutto: vestiti e scarpe usate, caricabatteria di telefoni cellulari, cd musicali e videocassette. In mezzo alle varie cianfrusaglie, è possibile trovare persino una vecchia videocamera e una pentola a pressione. Provenienza? Misteriosa.
La presenza di questo mercatino abusivo nei pressi del porto antico non è però storia nuova. Inizialmente, gli ambulanti si erano piazzati alle spalle di palazzo San Giorgio, di fronte ai portici di Sottoripa. Poi, dopo le prime proteste di residenti e negozianti, si sono spostati di fronte all'ingresso della fermata della Metropolitana del porto antico, invadendo lo spazio riservato alle sedie e ai tavolini dei chioschi bar aperti di recente nella zona: «Abbiamo dovuto cacciarli via noi, ma è stata dura - racconta uno dei gestori - Sa cosa ci rispondevano? "Chiamate pure la polizia, tanto non verrà nessuno"».
Le forze dell'ordine, a dire il vero, ogni tanto arrivano. Ma lo sgombero non risolve la situazione e dura decisamente poco: sono da poco passate le cinque del pomeriggio, quando sotto la Sopraelevata giunge un'auto della Guardia di Finanza. Due uomini delle Fiamme Gialle in divisa escono rapidamente dalla vettura e cominciano a fare sloggiare gli abusivi. Lo sgombero, però, dura solo quattro minuti d'orologio, cronometro alla mano. Giusto il tempo di uscire dal parcheggio, per il proprietario di una Fiat Panda posteggiata all'interno del recinto. Poi, tutto torna come prima.
Anzi: peggio, se possibile: perché, come denuncia chi qui ogni giorno è costretto a lavorarci, «dopo essere stati cacciati dalle forze dellordine, gli ambulanti ritornano più incattiviti di prima».
Circa un mese fa, il gestore di un chiosco ha presentato un esposto al sindaco: «Speriamo proprio che serva a qualcosa - racconta - Noi siamo qui da un anno, e non pensavamo certo di trovarci di fronte a questa situazione: siamo nel punto più centrale di Genova, vicino all'Expò, eppure da noi i turisti non vengono più». Diego Ponzé
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