«È il mercato che decide, mica noi»

Gigi Proietti lo conosciamo bene. Da buon romano ha sempre la battuta pronta. È rimasto un po’ il Mandrake di Febbre da Cavallo, quello che non perdona. E anche stavolta non si smentisce: per fortuna che c’è. Proietti si sorprende un po’ quando gli chiediamo un parere sulla Fiat in bilico. «Che ha detto Elkann? Che dovremo decidere se far rimanere la Fiat in Italia? Ma che è ’na battuta questa?». Gli diciamo che no, è quello che in sostanza ha detto ieri il presidente del Lingotto. Una specie di diktat, perché il momento è difficile, così Elkann si rivolge al Paese in maniera solenne. Che poi, in pratica, è come se chiamasse la risposta. A Proietti gli viene improvvisamente da ridere e non si ferma più. Ma la sua è una risata amara, il pessimismo del vero umorista: «Ma che è una battuta quella di Elkann? Ma da quand’è che decidiamo noi, non s’è mai vista una cosa del genere. Sicuro che ha detto così? Davvero ci chiede un parere?.

Beh, allora ce faccia pensà n’attimo, ci vuole tempo per questo tipo de decisioni, mica possiamo rispondere così alla buona...». Continua a ridere per non arrabbiarsi. Casca la linea, il cliente non sarà più raggiungibile. Ma abbiamo capito.

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