Economia

Mercato In Europa accelerano le vendite. E il marchio Fiat taglia la C02

L’Europa archivia un altro mese di vendite positive, mentre il marchio Fiat ottiene un nuovo riconoscimento nella lotta alle emissioni di anidride carbonica, riducendone la quantità allo scarico a 129 grammi per chilometro, quattro in meno rispetto ai rilevamenti precedenti. «I risultati comunicati da Jato Dynamics che ci riguardano - commenta Lorenzo Sistino, ad di Fiat Automobiles - sono importanti perché, per la prima volta, viene abbattuta la soglia dei 130 grammi. Inoltre, sopravanziamo non di poco una casa di tutto rispetto come Toyota. Sono convinto in ulteriori miglioramenti da qui alla fine dell’anno».
Al di là del valore intrinseco del risultato e dei benefici a livello di immagine, poter contare su una media così bassa di emissioni di anidride carbonica permette a una casa automobilistica di meglio approfittare dei piani legati agli ecoincentivi. L’andamento delle vendite di veicoli in Europa, infatti, resta fortemente legato alle politiche dei singoli Stati a favore della ecostenibilità. Commentando le immatricolazioni europee di auto in luglio e agosto (rispettivamente +2,8% e +3%, con il gruppo Fiat in crescita del 12,8% e dell’11,1%), l’Unrae nota come «le misure adottate per il ricambio delle vecchie automobili siano diventate essenziali, non solo per il rinnovo del parco circolante» ma soprattutto «come sostegno della domanda in un periodo di forte calo dei consumi».
Una prima risposta al peso degli incentivi sulle vendite in Europa arriverà a fine settembre e avrà come indicatore il mercato tedesco. Nelle scorse settimane si è esaurito lo stanziamento del governo che ha permesso alla Germania, grazie a bonus del valore di 2.500 euro per ogni veicolo acquistato in cambio di quello vecchio da demolire, di raggiungere dati di immatricolazioni record: +29,5% e +28,4% in luglio e agosto. E il gruppo Fiat, proprio in Germania, ha fatto il pieno, con un +56,7% in agosto. Da questo mese, però, si torna alla normalità e al Salone di Francoforte più di un costruttore comincia a essere preoccupato. C’è infatti la consapevolezza che presto o tardi le agevolazioni termineranno, e Paesi come la Francia (+3% a luglio e +7% in agosto) non potranno prolungare in continuazione i loro eco-bonus.

Per non trovarsi improvvisamente spiazzata, con le inevitabili ripercussioni su un’occupazione già in sofferenza, l’Europa è chiamata a studiare un programma di sostegno di tipo strutturale, che ogni Stato dovrà poi modellare secondo le proprie esigenze.

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