Cultura e Spettacoli

Al mercato il killer dell’ortografia

Basta una confezione di mozzarelline Invernizzi per mandare in fumo un intero week end. Compiti di ortografia da terza elementare: l’alunno si eserciti nel plurale ricordando che le parole che finiscono in -cie e -gie se precedute da vocale mantengono la i, se precedute da consonante la perdono. Un intero week end di camicia, camicie; buccia, bucce. Un turbine di province, lance, farmacie, rocce, frange, ciliegie. E poi di «paroline disubbidienti», dove la i si scrive ma non si pronuncia: società, specie, superficie, cielo, cieco, arciere, braciere, crociera, efficiente, sufficiente, inefficiente, pasticciere. L’alunno impari a memoria le paroline disubbidienti. Un intero week end a inculcare nella giovane e svogliata mente che l’ortografia non è un’opinione, questa benedetta i qualche volta ci va e altre no.
Poi uno si reca al supermercato accompagnato dall’alunno di terza elementare dopo il week end di -cie e -gie e sul bancone dei latticini si imbatte nella confezione killer dell’ortografia. Le ciliege di mozzarella Invernizzi, con le ciliege stampate bello in rosso. L’alunno, per una volta stranamente attento e diligente, salta su: «Guarda, hanno scritto ciliegie senza i». L’adulto si compiace dell’occhio acuto del ragazzino e pensa che il week end non sia stato un incubo ortografico trascorso invano. Ma l’alunno di terza elementare fa notare: «No, è una scritta stampata, allora sbaglio io». Tu provi a dirgli che ha ragione e che anche se è stampato non vuol dire niente, che anche gli adulti sbagliano, che ciliegie questa benedetta i ce l’ha. Potresti anche impegolarti in una dotta discettazione sulla lingua che cambia con le mode, che certe forme si modificano con l’uso, che quella delle mozzarelline Invernizzi potrebbe essere una trovata di marketing, per rendere più «pop» il prodotto. Potresti, ma desisti. Perché hai la certezza che il week end di lacrime e sangue sull’ortografia ormai è finito nel cestino. Dove dovresti buttare anche le mozzarelline.
caterina.

soffici@ilgiornale.it

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