Dal mercato del lavoro Usa primi segnali di risveglio

«Andiamo verso giorni migliori». È soprattutto a loro, ai 15 milioni di americani senza lavoro, le vere vittime della peggior crisi dai tempi della Grande depressione, che Barack Obama si è rivolto ieri dal Giardino delle Rose con un messaggio di speranza, corroborato da dati meno infausti del solito arrivati dal fronte della disoccupazione. Mentre sulla tenuta complessiva della ripresa economica aumentano giorno dopo giorno i dubbi, con scenari di double dip impensabili fino a qualche mese fa, agosto ha restituito un’immagine meno drammatica del mercato del lavoro Usa. Subito virata in chiave positiva dai mercati sia in Europa, dove le Borse hanno chiuso con rialzi attorno al punto percentuale (+1,11% Milano), sia a Wall Street (+1% il Dow Jones, +1,32% il Nasdaq a un’ora dalla chiusura).
Negli Stati Uniti gli occupati lo scorso mese sono diminuiti di 54mila unità, mentre nel settore privato, la vera spia sullo stato di salute dell’occupazione, si è verificato un aumento pari a 67mila dopo il rivisto +107mila di luglio. Per quanto riguarda il dato complessivo, le attese degli economisti erano di una distruzione di 100mila posti e di un aumento di 41mila nel settore privato. Quanto al tasso di disoccupazione, è salito al 9,6% dal precedente 9,5%. L’aumento non è però del tutto negativo: oltre 500mila americani sono tornati a cercare un posto e sono così “ricomparsi“ nelle statistiche.
La strada resta però ancora tutta in salita. E il primo a riconoscerlo è lo stesso Obama: «Non dimentichiamoci della situazione in cui eravamo un anno fa - ha detto - Stiamo andando nella direzione giusta, ma bisogna procedere più rapidamente, perché i dati sull’occupazione non sono ancora sufficienti». Alle prese con un preoccupante e progressivo calo di consensi, in buona parte legato proprio all’incapacità finora mostrata dal governo di riportare gli americani nelle fabbriche e negli uffici, il presidente ha annunciato l’intenzione di mettersi al lavoro la prossima settimana per mettere a punto «un ampio pacchetto» di misure capaci di stimolare la creazione di nuovi posti. Un work in progress che dovrà forzatamente tenere conto dell’agenda di impegni di Obama, atteso lunedì a Milwakee, nel giorno della festa del lavoro, e a Cleveland mercoledì. Per venerdì è invece già stata convocata una conferenza stampa, caso raro, alla Casa Bianca.
Sui contenuti del nuovo pacchetto-lavoro circola già qualche ipotesi formulata sulla base delle indicazioni che il presidente aveva dato a inizio settimana: non si esclude un ulteriore alleggerimento della pressione fiscale sulla classe media, oppure maggiori incentivi alle imprese per incoraggiare le assunzioni. A questo proposito il Washington Post segnalava ieri l’intenzione della Casa Bianca di tagliare le tasse sulle imprese per centinaia di miliardi di dollari. La proposta potrebbe arrivare prima delle elezioni di medio termine di novembre. Oltre a riavviare il motore delle assunzioni e a recuperare il seguito degli elettori, l’obiettivo di Obama è anche quello di «dare un impulso alle piccole imprese, in cui l’anno scorso si è verificato il 60% delle perdite di posti di lavoro». «Chiedo ancora una volta al Congresso - è stato l’invito del successore di Bush - di approvare la legge in aiuto delle piccole imprese», con chiaro riferimento ai repubblicani che hanno finora ostacolato l’iter del provvedimento. Altro motivo di divisione riguarda gli sgravi fiscali, che l’opposizione vorrebbe estendere a tutti i cittadini, inclusi quelli con redditi più alti. Una posizione che anche alcuni democratici stanno cominciando ad adottare, vista la crescita stentata dell’economia.


Ma Dennis Lockart, presidente della Fed di Atlanta, non è così pessimista sulla debolezza economica. «È passeggera e andrà migliorando entro la fine dell’anno». Quanto all’Europa, la Commissione Ue è pronta a rivedere al rialzo le stime di crescita 2010 grazie a una ripresa nel secondo trimestre superiore alle attese.

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