Mercoledì la «prima» di Draghi

da Milano

È tutto pronto in Bankitalia per la «prima» del governatore Mario Draghi. Mercoledì all’assemblea annuale la platea di banchieri, politici ed esponenti del mondo della finanza assisterà alle sue Considerazioni finali. Un appuntamento che trova una Banca centrale profondamente diversa rispetto a quella che dodici mesi fa faceva da sfondo alla «monocrazia» dell’ex governatore Antonio Fazio.
C’è attesa per le parole e per i gesti che saranno ispirati alla rivoluzione avviata da Draghi, sia nella sostanza che nella forma del suo ruolo. Un cambiamento che riguarda gli uomini e le regole, con il nuovo Statuto che dovrà recepire le novità introdotte dalla riforma del risparmio, ma anche il parterre, che sarà rinnovato nelle presenze.
Sul piano dei contenuti saranno invece la crescita e i conti pubblici, oltre alle aggregazioni bancarie, i temi caldi che affronterà il governatore. La sua relazione indicherà la rotta da seguire sia al governo di Romano Prodi appena insediato, sia al sistema bancario, uscito da un anno di grandi pressioni e atteso da un processo di consolidamento che deve ancora concretizzarsi. L’appuntamento, dopo mesi di transizione istituzionale, cade quando il quadro politico è finalmente più chiaro.


Alla guida del dicastero del Tesoro è arrivato Tommaso Padoa Schioppa, un interlocutore che parla la stessa lingua di Draghi. Una sintonia che, comunque, fanno notare quanti conoscono bene il governatore, non offuscherà il rigore nelle valutazioni e la fermezza del messaggio che mercoledì Draghi indirizzerà al nuovo esecutivo.

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