Perugia - Violenza sessuale e omicidio di gruppo. I giudici di Perugia cominciano a fare emergere la loro versione dei fatti, la "verità" che hanno raggiunto. Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Rudy Hermann Guede erano presenti la sera del 1 novembre nella casa di di via della Pergola: tutti insieme hanno partecipato all’omicidio. E' la sintesi di quello che scrivono i giudici del tribunale del riesame nelle motivazioni con cui hanno respinto la richiesta di scarcerazione di Guede, depositate oggi. Dai riscontri investigativi e scientifici, sottolineano i giudici, appare ormai certa "la presenza di più persone in quella casa nel momento in cui Meredith veniva uccisa e la fuga di tutti subito dopo il tragico epilogo della serata".
Partecipazione attiva Persone che il tribunale identifica chiaramente in Rudy, Amanda Knox e Raffaele Sollecito. "Una partecipazione di gruppo - aggiungono - alla efferata azione criminale che non appare ipotizzabile in termini passivi per nessuno dei presenti". Nelle 18 pagine del provvedimento i giudici analizzano una a una le prove scientifiche e investigative fornite e concludono sottolineando che questi dati "pongono una relazione diretta tra i soggetti in questione e la loro presenza nella casa nel contesto della aggressione mortale a Meredith, in coerenza a una ricostruzione fattuale che vede l’accesso di più persone in quella abitazione senza necessità di forzature e per consenso di qualcuno di casa".
Movente ignoto A un mese e mezzo dall’omicidio di Meredith Kercher non è ancora chiaro però il movente che ha portato all’assassinio della studentessa inglese. Per la prima volta dall’inizio dell’indagini i giudici mettono nero su bianco uno dei punti ancora oscuri dell’inchiesta: "Gli elementi a carico dell’odierno indagato - scrivono i giudici su Rudy - sopraggiungono per fonte scientifica ma non sconvolgono la ricostruzione del fatto che man mano è andata disvelandosi". E aggiungono: "È nell’entourage delle relazioni amicali più o meno strette, delle molte occasioni di conoscenza a catena in qualche modo tipiche della vita universitaria del fuori sede che risulta essere maturato l’incredibile ed efferato crimine del quale, deve riconoscersi, resta tuttora difficile ripercorrere le sequenze ideative". Resta quindi da provare il movente perché, dicono ancora i giudici, è "istintivamente inaccettabile che senza una ragione di forte attrito o una situazione di estrema alterazione, giovani coetanei della vittima, suoi conoscenti, abbiano portato la loro sconsideratezza fino al limite estremo del cruento delitto".
Le prove I magistrati hanno le idee chiare. E prove, non solo indizi. "Parla il corpo straziato di Meredith, parla l'accertata impossibilità che gli autori siano entrati in casa furtivamente e per uno scopo delittuoso diverso, parlano i segni della violenza carnale, le tracce di dna di Amanda e della vittima sullo stesso coltello, l’essere questo custodito nella casa di Raffaele, l’impronta riferibile a una scarpa di costui nella stanza del delitto, le tracce ematiche della Knox in un bagno e i segni inequivoci della presenza in contemporanea nell’altro bagno di Rudy, l’impronta di quest’ultimo sul cuscino e il suo materiale biologico nel tampone vaginale di Meredith".
Guede inattendibile Il racconto Guede "risulta assolutamente inattendibile": contrasta sia con "risultanze obiettive del procedimento" sia con "considerazioni di ordine logico". Scrivono ancora i giudici del riesame.
Elencano poi le incongruenze del racconto definendole in più punti totalmente inverosimili e sottolineano che "emerge con evidenza che la versione difensiva dell’indagato è minata da decisive falsità che impediscono di valorizzarla anche come minimo e parziale racconto di quanto accaduto" anche perché "le risultanze di indagine che collegano direttamente Rudy alla commissione dei reati mantengono integra la loro gravissima rilevanza indiziaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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