Mesero Accordo all’Esab: gli operai in rivolta scendono dal tetto

«Quindicesimo e ultimo giorno, ore 12.45. L’assemblea ha deciso di firmare (52 voti a favore e otto contrari). Non è un ottimo accordo, soprattutto per quanto riguarda il ricollocamento. Abbiamo migliorato le condizioni d’uscita, soprattutto per chi verrà accompagnato alla pensione (integrazione fino al 90 per cento dello stipendio), per gli altri due anni di cassa integrazione ed incentivo all’esodo di 24mila euro per chi va in mobilità volontaria». La protesta dei sei operai da quindici giorni sul tetto dell’Esab di Mesero, nel milanese, si chiude così con la firma dell’accordo con l’azienda e una nota apparsa sul blog dei 143 lavoratori in mobilitazione dal 22 giugno scorso contro la decisione della proprietà di chiudere alcuni stabilimenti e di mettere in cassa integrazione speciale 85 lavoratori dell’azienda milanese. In pratica, l’intesa siglata ieri tra le rappresentanze sindacali e l’Esab per l’avvio della mobilità prevede due anni di cassa integrazione a partire dal prossimo primo ottobre e riguarda 78 lavoratori.

Mentre oggi al ministero del lavora sarà firmato dalla Confederazione unitaria di basa il verbale di avvio per la procedura di cassa integrazione. «L’accordo con l’Esab contiene luce e ombre - spiega il coordinatore nazionale Cub Walter Montagnoli - ma è il massimo che si poteva ottenere».

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