E allora, caro Granzotto, Romano Prodi mangerà sicuramente il suo secondo panettone a Palazzo Chigi, però cè di che consolarsi perché a Lisbona è stato intonato il De profundis per lEuropa. O crede che esageri nel parlare di De profundis?
Neanche per sogno, caro Giardina. Oddio, se proprio volessimo attenerci scrupolosamente ai fatti, più che di De profundis bisognerebbe parlare di Messa da requiem, quelle che si celebrano in memoria del defunto. Perché lEuropa europeista già trapassò nel giugno del 2005, allorché il popolo francese, allons enfants de la patrie, sonoramente trombò quel papocchio di giacobinismi e massonerie, di svenevoli utopie e di pretenziose bufale che era la Costituzione europea. Fu una botta tremenda per gli eurodipendenti (quelli che si «fanno» dEuropa per avere leurotrip). Non se ne fecero una ragione, prendendo a dire che trattavasi di catalessi, non di decesso e che lEuropa aspettava solo che un Principe azzurro la risvegliasse. Però, comera prevedibile, nessun Principe azzurro si fece avanti per baciare la carampana. E così i 27 capi di Stato e di governo dellUnione europea riuniti a Lisbona non hanno potuto far altro che prenderne atto licenziando un Trattato definito, da quel grande europeista di ritorno che è Giorgio Napolitano, «senza ambizione, senza nome, senza simbolo, senza efficienza». Una schifezza, insomma.
Archiviato il disegno di unEuropa politica, di una patria comune a 485 milioni di cittadini soggetti ad ununica Costituzione e ununica Legge, a Lisbona è stata ovviamente ammainata - per sempre - la bandiera blu stellata. E il voler mettere nero su bianco nel Trattato la definitiva rinuncia ad un simbolo - al simbolo dei simboli, anzi - certifica in modo solenne lirrevocabilità di una scelta: lEuropa, con leuropeismo, ha chiuso. Superfluo dire che tutto ciò colma di gioia un vecchio euro ostile (non euroscettico: ostile) come me. Ma stando a quanto si sosteneva con forza, noi euro ostili eravamo una insignificante, stizzosa, decadente e un po fascista minoranza. A quanto sandava dicendo leuropeismo batteva nei petti dei più, e spesso fino al limite dellinfarto. Però lacrime versate per la messa in liquidazione di un Ideale con la maiuscola, di un Valore altrettanto maiuscolo (e, occorre dirlo?, condiviso), non ne ho viste versare. Le piazze, che pure si riempiono per i più futili pretesti, sono rimaste vuote. I demagoghi, gli istrioni, i piazzisti dellEuropa, muti.
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