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Messa Tutta la valle in chiesa per piangere le vittime

C’era tutta la val Venosta ieri a piangere le 9 vittime del disastro ferroviario di Castelbello nella chiesa parrocchiale di Silandro, dedicata alla Beata Vergine. L’antica basilica era piena fino all’inverosimile. Assieme ai parenti delle vittime, agli amici, erano rappresentati tutti i settori di quel microcosmo che è la vallata: dai vigili del fuoco volontari, che hanno partecipato fino dalle prime ore ai soccorsi, agli operatori della Croce Bianca, agli uomini del Soccorso alpino, alla polizia, ai carabinieri, alla Guardia di finanza. La cerimonia funebre è stata celebrata dal vescovo della Diocesi di Bolzano-Bressanone, Karl Golser, valligiano tra i valligiani, dato che anche lui è della Venosta. «Sono qui - ha detto con la voce rotta dalla commozione - per esprimere parole di consolazione «nella speranza della resurrezione». Numerosissime le autorità, a cominciare dal governatore Luis Durnwalder, assieme al suo collega trentino Lorenzo Dellai. In prima fila, i congiunti più stretti delle vittime. C’erano il fratello e i genitori di Judith Tappeiner, 20 anni, studentessa di lingue all’Università di Verona. C’erano i genitori di Michaela Kuenz, 18 anni appena, la più piccola di quei morti soffocati nel fango: faceva il 4° anno delle superiori e lunedì per un macabro scherzo del destino aveva preso un giorno di vacanza per fare la patente. C’erano gli allievi di Rosina Ofner, 36 anni, maestra di inglese alle medie. Tra la folla immensa anche Melanie, la vedova di Julian Hastmann, 25 anni: era lui che si trovava ai comandi del convoglio e non ha potuto fare nulla contro la massa di sassi e fango venuta giù dalla montagna.

Nella piazza davanti alla chiesa, accanto ad un passaggio pedonale alcuni mazzi di fiori e delle candeline. Ricordano Josef Hohenegger, 73 anni, il nonno- vigile che poco prima di prendere quel treno maledetto, era stato proprio lì, a far passare i ragazzi del paese diretti a scuola.

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