Assieme alle tasse, la sicurezza è largomento più «caldo» dellagenda politica: non a caso la manifestazione che Fini terrà sabato al Colosseo riguarda proprio queste due priorità. I titoli sui fatti di cronaca - soprattutto nera - hanno conquistato le prime pagine dei giornali e cè chi cerca, legittimamente, di dar voce ai timori delle fasce più deboli e indifese della popolazione. Di sicurezza si è parlato anche martedì sera al Maurizio Costanzo show, alla presenza, tra gli altri, del ministro Antonio Di Pietro. In quelloccasione il direttore del «Messaggero» Roberto Napoletano ha più volte sottolineato lemergenza criminalità, parlando dei fatti di cronaca più cruenti registrati di recente nella nostra città. Nel corso del dibattito il giornalista ha citato due esempi emblematici (la banda detta dellArancia meccanica a Tor Vergata e il filo spinato allasilo di Tor de Cenci per difendersi dai furti dei nomadi). Per entrambi Napoletano ha lasciato intendere che il Messaggero è stato lunico quotidiano ad aver raccontato la verità e i rispettivi retroscena. Senza alcun intento polemico nei confronti del giornale più diffuso nella capitale, vorremmo semplicemente far notare al direttore del Messaggero che il suo, non solo non è stato lunico giornale a rivelare i retroscena, ma non è stato neanche il primo a farlo.
Che le «belve» di Tor Vergata fossero state arrestate mesi prima e poi rimesse in libertà, il Messaggero lo ha scoperto il 27 settembre, con un richiamo in prima pagina. Il giorno precedente, 26 settembre, a pagina 43 della cronaca di Roma del Giornale si leggeva un titolo su 5 colonne: «Violenze e stupri si potevano evitare - I tre dellArancia meccanica erano già stati arrestati a febbraio, ma poi rimessi in libertà». Martedì scorso, 9 ottobre, prima pagina del Messaggero: «Lesclusiva - Roma, filo spinato allasilo per difendersi dai furti».
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