Messi-Ronaldo-Rooney come sono giovani i nuovi ricchi del calcio

Sono più giovani i nuovi ricchi del pallone, ma sempre appartenenti a club prestigiosi e a campionati di alto livello. E sono anche uomini immagine, contesi a suon di milioni di euro dai più famosi marchi internazionali.
Non a caso i «paperoni» del calcio, secondo lo studio annuale di France Football, arrivano dalla Liga spagnola e dalla Premier inglese, ovvero i tornei che offrono la più alta qualità tecnica e il top dei risultati nelle competizioni continentali. Così Lionel Messi fra i calciatori e Josè Mourinho fra gli allenatori si confermano i più ricchi. La «Pulce» argentina, 23 anni, con il Barcellona ha vinto 13 titoli segnando oltre 170 gol e ha collezionato trofei individuali in sequenza (ultimi il Fifa World Player e il doppio Pallone d’Oro). I suoi introiti nel 2010 sono stati di 31 milioni, due in meno rispetto al 2009, di cui due terzi arrivano da contratti pubblicitari (13 le aziende che lo hanno come testimonial, i colossi Adidas e Coca Cola in primis) e varie operazioni (vedi la collaborazione con Dolce & Gabbana). Messi guadagna la stessa cifra del pilota della Ferrari Alonso (che corre decisamente più rischi della Pulce), ed è 7° nella classifica degli sportivi.
Dietro di lui altri due «virgulti» vincenti: il 26enne Cristiano Ronaldo, che sta scalando la classifica anno dopo anno, si ferma a 27,5 milioni (ma la metà sono di salario sborsato dal patron «merengue» Florentino Perez) e il coetaneo Wayne Rooney, che ha il miglior ingaggio assoluto (13,2 mln) ma incassa la metà di Ronaldo dalla propria immagine. Solo quinto David Beckham con 19 milioni. Spiccioli, per anni è stato il più ricco.
Lo Special One portoghese, 48 anni compiuti a gennaio, allena da luglio il Real Madrid ma prima ha regalato lo storico triplete all’Inter. Dal 2005 è il più pagato degli allenatori (con la sola eccezione del 2009, lo superò Scolari), 13,5 i milioni incassati l’anno scorso. Almeno un quarto dei suoi guadagni arriva da campagne pubblicitarie. A 10,5 c’è l’appena 40enne Pep Guardiola, che sostituisce Mancini (sceso da 12 a 3,8) al secondo posto della graduatoria. Premi a raffica per lui dalla dirigenza blaugrana e due maxi contratti pubblicitari. Sul terzo gradino del podio il disoccupato Benitez (10,2 mln, grazie anche alla robusta liquidazione del presidente Moratti). Nella top ten degli allenatori, tre italiani «emigrati»: il ct dell’Inghilterra Capello, che pure ha visto sfumare il premio da 2 milioni promesso dalla federcalcio inglese in caso di vittoria mondiale; il nuovo «zar» di Russia Spalletti e Carlo Ancelotti, il cui portafoglio è stato gonfiato dalla doppietta Campionato-Coppa del suo Chelsea.
E la nostra serie A? Bisogna arrivare al 13° posto per trovare l’interista Eto’o (13 milioni, di cui 9 di ingaggio), poi 16° Ibrahimovic con 12,5 (e stesso ingaggio del camerunense). Il primo italiano (20°) è Buffon: 11,3 milioni il suo introito, diviso quasi equamente tra ingaggio e contratti pubblicitari (scarsi i premi raccolti, visti i risultati della Juve).

Cifre lontanissime dal capocannoniere del nostro campionato Di Natale (1,2 il suo stipendio) e da Di Vaio (un milione scarso) che per il Bologna è decisivo quanto Eto’o in nerazzurro. Va bene il fair play finanziario, ma la crisi strisciante del pallone nostrano si vede anche da questo.

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