Il Messico fa la "ola" all'Italia: 2 a 1 Lippi: brutta figura ma si va avanti

Azzurri battuti nell'amichevole per il Sudafrica 2010 giocata a Bruxelles. A pochi giorni dal mondiale l'Italia senza fantasia scelta dal ct non ha il passo giusto

Il Messico fa la "ola" all'Italia: 2 a 1 
Lippi: brutta figura ma si va avanti

Bruxelles - Il Messico ha battuto l'Italia 2-1 in una amichevole di preparazione per i Mondiali di Sudafrica 2010 giocata a Bruxelles. A pochi giorni dall'inizio del mondiale l'Italia senza fantasia scelta dal ct non ha ancora nelle gambe il passo giusto nè un abbozzo di manovra. Lippi si affida alla collaudata coppia De Rossi-Pirlo con avanti Marchisio. I due più esperti galleggiano, il trequartista improvvisato affoga. E così ne viene fuori una figura imbarazzante, perché il risultato poteva essere molto peggiore del 2-1 firmato da Vela, Medina e Bonucci, contro un Messico e ispirato. Eppure era cominciata come finì quattro anni fa l'avventura dell'Italia al mondiale: l'entusiasmo degli emigrati, allora in Germania, ora in Belgio. E il po-poporo-popopo beneaugurante, subito esaltato da un colpo di testa di Iaquinta su angolo di Pirlo, con palla ad incocciare sulla traversa. Ma era un fuoco di paglia nel caldo di Bruxelles: perché a basso ritmo il sapiente tic-toc dei messicani aveva il sopravvento nella costruzione del gioco e la squadra azzurra soffriva. E il gol del vantaggio dei latinoamericani (annunciato poco prima da una botta di Torrado fuori di poco) arrivava meritato al 16' grazie a un lancio di Juarez 'bucato' da Bonucci e trasformato in rete da due passi da Vela. Gol ampiamente legittimato poi da da due tiri da lontano di Salcido con annessi brividi a Buffon.

E l'Italia? Costantemente messa in mezzo dai messicani, vedeva naufragare l'esperimento Marchisio trequartista, e trovava nella verve del solo Iaquinta qualche motivo di soddisfazione. Occasioni ne arrivavano col contagocce (una punizione di Pirlo deviata, un colpo di testa sciatto di Bonucci da buona posizione) e la sensazione era di impotenza imbarazzante. Nella ripresa Lippi inseriva Pepe al posto di Di Natale: subito Barrera si beveva Bonucci ma si mangiava un gol fatto. Qualche correttivo tattico sembrava dare un po' più di respiro alla manovra azzurra: Marchisio ad esempio veniva arretrato. Ma la situazione diventava grottesca al 9' quando tre messicani partivano sul filo del fuorigioco e riuscivano a sprecare. Poi al 15'  i messicani, dopo azione insistita d'attacco, reclamavano anche un rigore. Il valzer delle sostituzioni non cambiava l'andamento della gara. Protestava anche l'Italia per un fuorigioco, peraltro giusto, fischiato a Gilardino che poi metteva inutilmente la palla in rete. Vera era invece la rete del raddoppio realizzata da Medina, lanciato sulla destra da Blanco in una specie di azione fotocopia del primo gol. In mischia a pochi istanti dal termine ci pensava Bonucci a salvare parzialmente la faccia azzurra. Non cambiava molto però il senso della serata: per i messicani di Bruxelles scattava l'ora della 'fiesta', per gli italiani quella degli interrogativi.

Lippi: "Abbiamo fatto una brutta figura, ma il programma non cambia". Marcello Lippi racconta di aver detto questo ai suoi giocatori dopo il ko con il Messico. A preoccupare non è certo una sconfitta assolutamente inedita nella storia con i centroamericani, ma la netta differenza vista in campo. Il ct azzurro ne ha parlato con il presidente Abete e tutto lo staff federale dopo essere uscito dallo spogliatoio, e in conferenza stampa ribadisce che la causa principale è la gran differenza di condizioni fisiche. Prova a scacciare così le preoccupazioni dei tifosi italiani che a 11 giorni dall'avvio del Mondiale azzurro non sanno ancora cosa sia davvero questa Italia. "Il campanello d'allarme e solo atletico. Moduli, tattiche, soluzioni non contano - sostiene Lippi - quando la differenza di condizione è così netta. Abbiamo sofferto, ho sofferto anche io in panchina. Il Messico é l'avversario peggiore che potevamo incontrare in questa situazione". Poi, Lippi fa il riepilogo della situazione, come la chiama lui stesso. "Il Messico è in ritiro da un mese e ha già giocato sette partite. Noi invece ci siamo riposati una settimana dopo il Campionato, e abbiamo lavorato dieci giorni in altura per non ritrovarci coi problemi che incontrammo un anno fa in confederation. I ragazzi mi hanno detto che le gambe gli facevano malissimo, e credo si vedesse anche da fuori. Il Messico era molto più brillante di noi, arrivavamo sempre secondi sulla palla. E quando è cosi, hai voglia a cambiar modulo...". Lippi spiega anche come ha provato a mettere una pezza all'evidente superiorità messicana, sin dalla parte finale del primo tempo: "Di Natale era costretto a fare il terzino, perché a sinistra loro erano sempre due contro uno. Per questo prima ho spostato Marchisio sul centrosinistra, portando Di Natale più centrale. Poi - aggiunge il ct azzurro - Di Natale ha preso una botta, e ho portato Marchisio tutto a sinistra. Ma ripeto, 4-4-2, 4-2-3-1 o altri moduli non contano quando la differenza è tanta". Certo, Lippi non si aspettava che il divario fosse così ampio. "Mi aspettavo qualcosa di più, e mi riferisco alla condizione atletica", e quanto all'esperimento di Marchisio trequartista, date le condizioni per Lippi è ingiudicabile. "Sapevamo che il programma era questo, non conta essere in condizione oggi, ma il 14 giugno contro il Paraguay. Se poi anche quel giorno non faremo bene e poi anche con la Nuova Zelanda, allora sarà un'altra storia: ma io non credo che sarà così".

Anche per questo Lippi non cambia il programma di lavoro: dopo il rientro di questa notte al Sestriere, domani allenamento e sabato a Ginevra l'amichevole con la Svizzera, in cui giocheranno tutti gli azzurri non impiegati questa sera. Il ct ha già annunciato di fatto la squadra, con Maggio, Bocchetti, Chiellini per un tempo e Zambrotta o Criscito, Gattuso, Palombo e Montolivo al centrocampo, in attacco Quagliarella, Pazzini e Pepe.

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