Politica

Messina torna al voto, cade l’uomo del Pd

da Messina

Il terremoto è doppio. Per Messina, che a due anni dalle elezioni perde sindaco e consiglio comunale e che sarà commissariata, e per il Partito democratico, che su di lui, giovane e blasonato rampollo della borghesia politica messinese – il pluriministro dc Nino Gullotti era suo zio, il senatore dc Luigi suo padre – punta per la leadership regionale, sull'onda di Walter Veltroni. Il Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) di Palermo, infatti, ha annullato le elezioni del 2005 nella città dello Stretto. Motivo del provvedimento, l'intervento del Tar che si pronunciò sull'esclusione della lista del Nuovo Psi. Il Tar, è questa la posizione dei giudici amministrativi, non avrebbe dovuto mettere becco prima dello svolgimento della proclamazione degli eletti. Di qui, a prescindere dal merito, l'annullamento della consultazione. La palla passa alla Regione, che dovrà nominare un commissario. Le prossime amministrative, in Sicilia, si svolgeranno nel maggio del 2008.
Un terremoto, si diceva. Per la città ma soprattutto per il nascente Pd che molto punta sul giovane esponente della Margherita. «Spero che questa sera nessuno festeggi – ha commentato amaro Genovese – perché questa non è una sentenza contro il sindaco e l'amministrazione comunale, ma piuttosto contro gli interessi di tutta la città. Messina vanta da oggi il non invidiabile primato di due commissariamenti, sia pure per motivi diversi, in appena quattro anni. Si commenta da sé una sentenza che obbliga a ripetere le elezioni per l'esclusione di una lista di candidati napoletani al Consiglio comunale di Messina, in un momento in cui è forte il dibattito sui costi della politica e delle istituzioni. E' un'ennesima mortificazione per la città».
Alla base del contenzioso che porta alla decadenza di Genovese e dell'assemblea consiliare di Palazzo Zanca, la scissione tra Bobo Craxi e Gianni De Michelis e la querelle sul simbolo del partito. Nelle 54 pagine della sentenza il Cga non entra nel merito delle questioni specifiche relative all'ammissibilità o meno della lista esclusa. Ritiene però che l'intervento del Tar (che aveva accolto il ricorso di Craxi, ndr) precedente alla proclamazione degli eletti abbia viziato alla base quella consultazione.
Le reazioni. Solidarietà a Genovese dai vertici regionali di Margherita e Ds. «Quella lista – dice Bobo Craxi – era vistosamente viziata. Il giudizio, inappellabile e supremo, del Cga siciliano ha dell'incredibile».

Soddisfazione, invece, nel Nuovo Psi.

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