Metalmeccanica, segnali di ripresa

Migliorano produzione e volumi nel primo bimestre. Santarelli a Prodi: «Ora tagli il cuneo fiscale di 5 punti»

da Milano

Non è ancora ripresa solida, duratura, ma i primi segnali «di chiaro miglioramento» intravisti nel primo bimestre fanno esprimere a Finmeccanica un ottimismo cauto, temperato dalle esperienze patite nel 2001 e nel 2005, quando i segnali di rilancio vennero poi disattesi. In ogni caso, i problemi strutturali che affliggono da anni il settore resteranno tali se non sarà attuata una diversa politica industriale da parte del nuovo governo, al quale viene chiesto di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Soprattutto nella parte che riguarda la riforma del modello contrattuale.
Il periodo tra gennaio e febbraio ha comunque portato aria fresca al settore della metalmeccanica: sia dal lato della produzione, cresciuta dello 0,9% rispetto al primo bimestre 2005, sia da quello dei volumi complessivi (più 4,6%). Percentuali in aumento ottenute grazie alle esportazioni (più 13,8%), la cui crescita è legata in particolare agli ordini ricevuti dalla Germania, Paese verso il quale viene veicolato il 15% del nostro export metalmeccanico. Nello stesso periodo le importazioni sono salite dell’11,7%. «C'è un cambiamento in atto. Ed è emblematico l'andamento della principale azienda metalmeccanica italiana», ha affermato nel corso di una conferenza stampa Roberto Santarelli, direttore generale dell'associazione -. Ma attenzione, perché nell'ultimo quinquennio già in un paio di occasioni ci sembrava di essere entrati in una fase di ripresa che invece è abortita». Una prudenza dettata anche dai forti rincari petroliferi: a fronte di un attivo di 1,3 miliardi del settore metalmeccanico nei primi due mesi del 2006, la bolletta energetica ha infatti fatto registrare un passivo di 8,7 miliardi (contro i 4,3 del gennaio-febbraio 2005). E il costo medio che l'industria meccanica deve sostenere per l'approvvigionamento energetico è il 25-30% più elevato di quello dei Paesi concorrenti: «Un vero e proprio macigno», ha detto Santarelli.
La lamentata assenza di una politica industriale fa il resto.

E porta Finmeccanica a ricordare a Romano Prodi di attuare il recupero della competitività «con il taglio di 5 punti del cuneo fiscale come promesso in campagna elettorale»; perché «un euro in più in busta paga - ha ricordato Santarelli - costa alle imprese 2,2 euro». Mentre ai sindacati viene chiesto di porre fine alla fase di conflittualità per mettere mano alla riforma del contratto.

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