Metalmeccanici, i sindacati vogliono 147 euro

Calearo (Federmeccanica): «Non hanno capito che le imprese vivono di concorrenza» Cgil e Uil ottimiste sulla vertenza

Metalmeccanici, i sindacati vogliono 147 euro

da Roma

I sindacati sono pronti a dare battaglia a Confindustria per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Ieri le organizzazioni del settore (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm) hanno messo a punto una piattaforma unitaria nella quale si richiedono aumenti di 147 euro a regime per i livelli retributivi più elevati. «Una proposta ridicola», l’ha subito bollata il presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo. Intanto, anche dal fronte degli statali giungono segnali d’allarme. I sindacati non hanno gradito la direttiva del governo sul rinnovo dei contratti e stanno valutando se proclamare a maggio lo sciopero inizialmente indetto per il 16 aprile.
Tute blu. Dopo mesi di incomprensioni, Fiom, Fim e Uilm hanno trovato il compromesso sulle rivendicazioni da presentare al tavolo con Federmeccanica. Per quanto riguarda la parte salariale la richiesta parte dai 117 euro per i dipendenti di quinto livello, la fascia retributiva più alta (per il terzo l’incremento sollecitato è di 101 euro). Ai quali vanno sommati 30 euro per i lavoratori che non hanno contratti integrativi. Tra le altre proposte si segnalano: un tetto per l’utilizzo di contratti a termine, la riforma dell’inquadramento professionale e le maggiorazioni per l’orario plurisettimanale (con aumenti dal 20 al 50% nel weekend). Il nodo fondamentale, però, è la convergenza delle tre organizzazioni di rappresentanza su un unico programma. Un esito non scontato considerate le posizioni di partenza: la Fim chiedeva un aumento di 100 euro totali, la Fiom si attestava sui 130 euro e la Uilm inizialmente pensava a 152 euro di incremento delle retribuzioni. Lo sblocco della vertenza degli statali ha contribuito ad appianare le difficoltà. «È ridicolo quello che ci hanno presentato. Non si rendono conto che noi non viviamo né di politica né di monopolio, ma di concorrenza», ha commentato Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica. «Siamo a richieste doppie rispetto al recupero dell’inflazione», ha sottolineato il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta. Ma la ritrovata unità delle controparti creerà non poche difficoltà a viale dell’Astronomia che punta ad agganciare i salari alla produttività. Luigi Angeletti (Uil) ritiene le richieste «condivisibili», mentre per Gianni Rinaldini (Fiom) ci sono le condizioni per una trattativa «rapida» perché «le aziende hanno bisogno di lavorare». Il responso degli oltre 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici sarà fornito dalle consultazioni referendarie in programma a fine maggio.
Colletti bianchi. «Non è andata bene», ha chiosato il segretario confederale Cisl Baratta. «Chiediamo coerenza con gli impegni assunti», ha ribattuto Paolo Pirani (Uil). L’incontro tra il ministro della Funzione pubblica Nicolais e i rappresentanti sindacali dei dipendenti pubblici non ha sortito gli effetti sperati. La direttiva del governo, che limita gli incrementi contrattuali (secondo la Uil l’aumento di 101 euro scenderebbe a 92) frenando gli automatismi, ha indispettito i sindacati che hanno chiesto un chiarimento al premier Romano Prodi.

Convocata lunedì prossimo una conferenza dei tre leader Epifani, Bonanni e Angeletti. Lo sciopero generale pende come una spada di Damocle su Palazzo Chigi. Su posizioni diverse l’Ugl che ha chiesto al governo di «adeguare le buste paga» rinviando le altre questioni.

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