Metalmeccanici, più vicino il nuovo contratto senza la Cgil

RomaOrmai anche gli industriali lo ammettono. Il contratto del metalmeccanici arriverà presto e sarà il risultato di un accordo senza la Cgil. Si andrà «sicuramente ad una firma separata», ha detto ieri il vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali Alberto Bombassei proprio dopo aver parlato a margine di un dibattito con il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, alla Bocconi.
Pesa ancora la memoria dello sciopero di venerdì indetto dalla sola Fiom. «È stato un messaggio estremamente chiaro» da parte delle tute blu Cgil, dice Bombassei che ora spera «ci possa essere la firma in pochi giorni, in modo da aprire la strada a tanti altri contratti che stanno per scadere». Ieri le direzioni della Fim-Cisl e della Uilm hanno confermato tempi brevi. «Salvo verifica dei testi sulla parte normativa - ha detto il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina - e se non ci saranno sorprese, potremo dire che si sono fatti ulteriori passi avanti. E viste le distanze non stratosferiche sul salario - non credo ci vorranno settimane per chiudere».
Anche il segretario generale della Uilm, Tonino Regazzi, ha ricevuto il mandato a continuare la trattativa che, prevede il sindacalista, si può chiudere entro il mese. Oggi Federmeccanica ha consegnato ai sindacati la proposta sulla parte normativa e l’Ugl si è riservata di valutare alcuni aspetti come gli enti bilaterali. Tempi brevi si, ha precisato Giovanni Centrella, ma servono «precise garanzie».
I progressi nella trattativa ha ulteriormente irrigidito la Fiom che ha definito un accordo «illegittimo e di minoranza», quello che si sta configurando. Una tesi già sostenuta dalla federazione di Gianni Rinaldini e alla quale le altre organizzazioni hanno risposto facendo notare che le sigle che firmeranno (Fim, Uilm, Ugl e Fismic) insieme hanno lo stesso numero di deleghe della Fiom.
Maurizio Landini della Fiom, che ha partecipato al tavolo di ieri come osservatore, ha lamentato che nella trattativa non si è tenuto «assolutamente conto né dello sciopero del 9 ottobre né delle manifestazioni né della verifica democratica dei lavoratori».

La Fiom, inoltre, continuerà a non riconoscere la riforma e quindi si comporterà come se il contratto fosse ancora biennale e non triennale. Una incompatibilità di fondo. E una chiusura che durerà a lungo. Almeno fino al congresso Cgil che sceglierà il successore di Epifani.

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