Il metrò leggero sulla Tiburtina? Era già finanziato. Abbandonato

Rita Smordoni

Tre domande a Silvano Moffa, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, già presidente della Provincia di Roma dal 1999 al 2003.
La metro leggera da Rebibbia al Car, con lei alla guida di Palazzo Valentini, era stata interamente finanziata?
«Sì, l’accordo era stato fatto con la Regione Lazio e con l’Acea, proprietaria dell’acquedotto interrato su cui sarebbero dovuti correre i binari. I soldi stanziati erano della Provincia e della Regione. I fondi erano già in bilancio per il 2004, l’opera doveva solo partire. Non c’era nessun esproprio da fare, si sarebbe concluso tutto l’intervento in 3-4 anni».
Lei ha mai capito perché il progetto, che avrebbe risolto parecchi problemi di mobilità nel quadrante nord di Roma, è stato invece accantonato?
«Non lo so con certezza, ma posso intuirlo. Dopo il cambio di colore politico alla guida della Provincia, qualcuno ha ritenuto non utile realizzare un progetto interamente dovuto al centrodestra. Ancora una volta gli interessi politici del centrosinistra hanno prevalso sui bisogni dei cittadini».
E ora, dopo quasi due anni di silenzio, che cosa vorrebbe dire a Veltroni per far tornare il Comune di Roma sui suoi passi? Per indurlo a riprendere in mano il progetto?
«Semplicemente questo. Che l’opera serve per legare Roma al suo hinterland a Nord. È nell’interesse di tutti. In particolare è una metropolitana che viene incontro alle sofferenze del traffico dei pendolari all’indomani dell’apertura del Centro agroalimentare a Guidonia. Che ha portato alle stelle il traffico sulla Tiburtina. Anche il comune di Guidonia, non a caso, nel 2003 aveva approvato il progetto.

La sinistra parla tanto di progetti per realizzare un sistema metropolitano anche nei trasporti, di valorizzare l’hinterland, però all’atto pratico continua a guardare solo all’interno della città di Roma. Questa è miopia politica».

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