Il metrò è a misura di non vedenti: «Adesso è una passeggiata»

«Quando ero ragazzina e prendevo il metrò dovevo sempre contare le fermate per non sbagliare, se mi distraevo perdevo anche l’orientamento e rimanevo male per tutto il giorno». Chi può fare una confessione del genere? Chi è cieco. Ma non è tanto ovvio perché chi ci vede, molto spesso, non si rende conto di quanto è ricco.
Annalisa Minetti, cantante di successo, cieca, ha commentato così l’introduzione del sonoro (che per fortuna c’è da alcuni anni) nel metrò milanese. È il megafono che amplifica il nome delle fermate. «Adesso è davvero una passeggiata» ha aggiunto l’artista trentaduenne appena arrivata al mezzanino del metrò Porta Venezia per fare da testimonial a «Scopri chi siamo, le vie dei sensi». Iniziativa promossa da Cbm onlus per sensibilizzare sulle difficoltà dei non vedenti.
Ieri mattina una classe della elementare di via Colletta, la quarta B, ha intrapreso il percorso guidato a occhi bendati. In fila indiana, i venti bambini, cercavano il contatto con il compagno. Poi a semicerchio pronti ad annusare, prima un sorbetto al limone, poi uno alla vaniglia, infine la menta. «Cos’è secondo voi?» chiede la maestra - «sembra un liquido» una bambina cerca le risposte con le mani. La voce guida si fa più bassa, così ci si accorge di quello che succede intorno. Ora ci si concentra sul tatto. Le mani infilate in diverse scatole di cartone, «sembrano foglie» commenta uno, «io ho trovato una pallina, dentro c’è qualcosa che fa rumore».
Le manine sfiorano cotone, pasta, fagioli, frutta e verdura. Il momento dedicato all’udito è affidato a Vic di Radio Deejay che accende una compilation fatta di scampanii, miagolii, rombi di motore, frusciar di ali, scrosci d’acqua, cigolii di vecchi portoni, passi delicati, perfino il trapano del dentista che qualche alunno ha dimostrato di riconoscere. La Minetti ha partecipato accompagnando Wahid, un bambino cieco come lei. «Per tutti quanti, questo è un gioco - ha aggiunto - ed è giusto che sia così. Mi auguro che però resti in loro il ricordo di questa esperienza, quella di una difficoltà fisica. Li aiuterà a diventare adulti sensibili. Vedere sempre nero è noioso, infatti Wahid è un bambino curioso che fa molte domande. Mi ha chiesto di non parlare così in fretta».
Wahid tocca le unghie della cantante e le dice: «Che lunghe sono, sembri una strega». Fra i testimonial anche lo stilista Elio Fiorucci che per i cento anni di Cbm onlus ha creato una t-shirt in braille con la scritta «Love is possible» ispirata al celebre film di Charlie Chaplin «Luci della città», storia di una fioraia cieca. La maglietta costa 23 euro ma acquistandola si finanzierà la campagna contro il tracoma in Myanmar (Birmania). «È un’infezione che porta progressivamente alla cecità - ha spiegato Fiorucci -. Ma c’è il modo di curarsi usando una pomata antibiotica che costa 3 euro.

Fra tutti i bisogni della gente questo dovrebbe avere la priorità. È già un dramma non vedere ma lo è ancora di più in un Paese del terzo mondo. Se poi il disturbo si può prevenire con una medicina, è nostro dovere farcene carico».

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