Metro di Assago, il 20 febbraio si parte

I giudici fanno scuola. E stabiliscono quante ore di sostegno siano necessarie agli alunni disabili per essere integrati. Come se le ore di sostegno di per sé, avulse dal contesto di una classe, fossero sufficienti per garantire l’integrazione dei bambini. L’inclusione si misura «ragionieristicamente» in ore di sostegno? si chiedono polemicamente dall’Ufficio scolastico regionale. Dopo aver bocciato il Comune sui rom e la regione sull’aborto, ieri il tribunale civile ha accolto il ricorso presentato dai genitori di 17 alunni disabili contro il ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale per il ridimensionamento del numero di insegnanti previsto dalla finanziaria. I genitori, sostenuti dall’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), dall’istituto comprensivo Cavalieri, dalla scuola primaria Ferrante Aporti e dall’I.T.S.O.S. Albe Steiner, nel ricorso presentato il 10 novembre, chiedevano al tribunale di «accertare e dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dal ministero e dagli uffici scolastici regionali e provinciali per aver previsto una dotazione di organico di insegnanti di sostegno scolastico inferiore a quello necessario».
Nell’ordinanza, cui seguiranno le motivazioni, il giudice Patrizio Gattari ritiene «accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l’anno in corso rispetto a quelle fornite nell’anno scolastico precedente (2009/2010)» e pertanto «ordina alle amministrazioni convenute la cessazione della condotta discriminatoria e condanna i convenuti, ciascuno per le rispettive competenze, a ripristinare, entro trenta giorni dalla comunicazione della presente ordinanza, per i figli dei ricorrenti il medesimo numero di ore di sostegno fornito loro nell’anno scolastico 2009/ 2010».
Nel documento di 36 pagine i legali, pur riconoscendo lo «sforzo» del provveditorato, che aveva adeguato con altre 490 cattedre di sostegno per tutta la Lombardia, facendo salire così a 12154 i posti, cui sono stati poi aggiunti altri 554 posti «in deroga», lamentano la progressiva riduzione del numero complessivo di insegnanti a fronte dell’aumento dell’8% degli studenti disabili. Non si tratta di una questione meramente numerica per il provveditorato: il ragionamento dei giudici è in contraddizione con la logica della legge 104 per l’inclusione, dicono. Non si può ragionare solo in termini di ore di sostegno, come se fossero avulse dal contesto, perché per integrare gli alunni sono fondamentali anche gli insegnanti della classe, i compagni e il contesto di vita.
Non solo, la sentenza della Corte costituzionale citata nel ricorso - sottolineano da via Ripamonti - parla esplicitamente di risorse per il disabile nel loro complesso. L’ufficio scolastico regionale sta valutando se ricorrere contro la sentenza, per salvaguardare «la linea tenuta dall’amministrazione».

Parallelamente provvederà a ottemperare all’ordinanza ma, avverte, verranno coperte le ore aggiuntive con insegnanti non specializzati perché in tutte le province della Lombardia per le scuole elementari e medie non ci sono più a disposizione insegnati di ruolo.

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