Metro B1, chiesto il sequestro dei cantieri

Nuovi interrogativi sulla metro B1 in costruzione a viale XXI Aprile. Un giallo? A denunciare fatti e circostanze, la cui reale consistenza è ancora tutta da verificare, è un esposto in Procura. Quattro pagine e un fitto elenco di foto, cartine, perizie giurate, con cui si chiede il sequestro giudiziale dei cantieri. La denuncia, del 27 febbraio 2007, porta la firma dell’avvocato Juan Carlos Gentile, studio al civico 34 di viale XXI Aprile. Non chiari al cento per cento i contorni della vicenda. Continua a mancare un comunicato ufficiale di Romametropolitane sull’abolizione della fermata Nomentana. Una memoria di giunta del 29 dicembre 2006 riporta, però, la proposta di realizzare al posto della fermata un’area sotterranea con tapis roulant di collegamento alla fermata Annibaliano. Le rampe di uscita in costruzione, tuttavia, non verrebbero smantellate, ma servirebbero appunto a scendere sotto. Dieci giorni fa, però, il 30 marzo, dal Comune un nuovo clamoroso dietrofront. Con una nota l’assessore Calamante affermava: «In questi giorni ho incontrato alcuni cittadini che mi hanno espresso preoccupazione circa la variante progettuale della linea B1. Per fugare ogni dubbio ho ribadito che nella delibera non c’è traccia della nuova sede di Romametropolitane a piazza Annibaliano, del centro commerciale ipogeo e del tunnel. Erano solo ipotesi». Nel progetto che Romametropolitane sta mettendo a punto, proseguiva Calamante, «abbiamo dato priorità al prolungamento a viale Jonio, al ponte ciclopedonale sul Parco delle Valli e ai parcheggi delle stazioni Jonio, Conca d’Oro e Annibaliano ai quali va aggiunto quello di viale XXI Aprile». Si torna così agli interrogativi iniziali. Quali parcheggi? Destinati a chi? L’avvocato Gentile scrive di circostanze inerenti la linea B1 «dalle quali traspaiono anomalie probabilmente suscettibili di valutazione penalmente rilevanti». Il progetto della B1 ha visto i primi scavi nel giugno 2005, l’apertura dei cantieri nell’ottobre 2005. «Della progettazione e dell’inizio dei lavori, però, non veniva data comunicazione ai proprietari degli immobili interessati. Al civico 32 di viale XXI Aprile, in particolare, nessuno sapeva sarebbe stata aperta una rampa d’uscita a ridosso del cancello d’ingresso. Tra quelle inizialmente previste - precisa il penalista - non pare vi fosse affatto questa famosa uscita».
Nell’estate 2006 i proprietari, apprese le intenzioni, comunicavano ai responsabili dei lavori l’inopportunità, a loro parere, di una tale uscita. Fra i motivi, spiegavano, «l’eccessiva prossimità alla fermata Bologna, l’inadeguatezza del terreno in quel punto (accertata da una perizia giurata), i costi esorbitanti rispetto all’uscita invece su via Nomentana o su via Marchi, la presenza delle catacombe di Santa Costanza». L’affiorare di un ramo delle catacombe, in effetti, avrebbe poi determinato l’abolizione della fermata, assieme ad altri problemi tecnici. Ma proprio con la cancellazione della stazione, la vicenda si complica. «Le attuali uscite e aree scavate per essere adibite a fermata della metro e uscite incidenti sul viale XXI Aprile e su piazza Gnoli - scrive l’avvocato Gentile nell’esposto - non saranno affatto eliminate. Ma destinate a parcheggio sotterraneo a favore di un supermercato e altre attività commerciali ai civici 32 e 34. In pratica - insiste - con i soldi di un appalto pubblico si starebbero realizzando opere di interesse... privato».
Tutta da verificare la fondatezza dell’esposto, sul quale si pronuncerà la magistratura. Probabile che la vicenda sia, al dunque solo un falso allarme.

Resta però in piedi una domanda: ma queste uscite, se davvero come dice Calamante, del tapis roulant non se ne farà niente, a che serviranno? L’avvocato Gentile, comunque, «considerato il gravoso onere per la finanza pubblica delle opere confusamente in corso» ha rivolto istanza alla Procura e chiesto il sequestro giudiziale dei cantieri prospicienti viale XXI Aprile.

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