La metro correva troppo forse l’autista era svenuto

Marta Ottaviani

Ormai non ci sono più dubbi. Il deragliamento di un treno nella metropolitana di Valencia, che lunedì è costato la vita a 41 persone, è stato causato da un eccesso di velocità. Il responsabile dei trasporti della città spagnola, José Ramon Garcia, ha confermato che è stata l’alta velocità a mandare il treno fuori dai binari. «Senza dubbio è questo che ha provocato il deragliamento» ha dichiarato. L’esame della scatola nera, ritrovata dagli esperti ieri mattina, ha chiarito la dinamica dell’incidente. Il convoglio viaggiava a 80 chilometri orari, in un tratto dove il limite era fissato a 40.
Stando a quanto rifariscono le versioni on line dei quotidiani El Mundo ed El País il macchinista, morto nello schianto, potrebbe avere avuto un malore, che gli avrebbe impedito di rallentare fino a 40 chilometri orari come avrebbe dovuto fare in quel tratto del percorso. Versione sostenuta anche dal capo del sindacato autoferrotranvieri, Fernando Soto. Al momento del superamento del limite di velocità, infatti, il conducente viene avvisato da un allarme sonoro. Solo un malore può aver impedito al macchinista di sentirlo.
Gli esperti, giunti appositamente da Madrid nel tardo pomeriggio di ieri, avevano scartato subito la prima ipotesi di un cedimento della volta della galleria. In una prima ricostruzione dell’incidente si era supposto che il convoglio fosse uscito dai binari per la rottura di un carrello unita alla velocità sostenuta. Ma i membri della Commissione sicurezza dei trasporti della società Ferrocarrils, che gestisce la rete metropolitana nella Generalitat Valenciana, hanno appurato che le ruote del convoglio erano in perfette condizioni, così come i binari e le traversine. Il treno aveva passato la revisione il 27 giugno.
La tragedia, quindi, è stata causata solo dall’alta velocità e dalla mancanza di un appropriato sistema di controllo. Un particolare che desta quanto meno stupore, se si pensa che, come hanno spiegato ieri al Giornale i tecnici della Metropolitana Milanese, quasi tutte le reti europee e mondiali di metropolitane sono dotate di speciali sistemi di segnalamento. Congegni che permettono di garantire una sicurezza pressoché totale della linea perché non solo controllano la velocità, ma fermano automaticamente il convoglio nel caso i limiti massimi vengano superati dal macchinista.
A metà maggio la Ferrocarrils aveva avviato un piano per la messa in sicurezza della Linea 1, proprio quella dove si è verificata la tragedia, che è la più vecchia della metropolitana di Valencia.
E continuano le polemiche fra il governo regionale e le parti sociali.

Secondo il Sindacato indipendente ferroviario (Sif), l’uomo alla guida del convoglio non era un macchinista professionista ma un impiegato di stazione che aveva seguito un corso di 14 giorni invece degli abituali due mesi. Il segretario generale del sindacato, Jorge Alvarez, ha definito la tragedia «un disgraziato incidente», causato dalla politica di «non investimento» del governo regionale nel settore dei trasporti pubblici.

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