Metro, ormai siamo al bollettino di guerra

Marco Morello

Una cosa è certa: sapere del prolungato blocco della metro B e della paura dei passeggeri chiusi in galleria come sardine non avrà fatto piacere a Mauro Calamante. Ironia della sorte ieri, qualche ora prima dello spiacevole episodio, l’assessore alla Mobilità del Comune si era dilungato a tessere le lodi del servizio pubblico sotterraneo, a margine di una tavola rotonda sulle infrastrutture stradali e ferroviarie: «L’investimento che Roma ha fatto sulla sicurezza della linea A dal 2001 a oggi - ha ricordato Calamante - è stato di 600 milioni di euro, uno sforzo considerevole per quello che rimane il nostro obiettivo principale. Lo dicono i numeri, il sistema più sicuro per muoversi rimane la metropolitana». Almeno su quest’ultimo punto, però, i fatti recenti e meno recenti dicono esattamente il contrario. Ed è bene sottolinearlo, nulla è frutto del caso: il guasto di ieri è il quinto in appena dieci giorni, preceduto martedì 17 dalla tragedia di piazza Vittorio, venerdì scorso dal blocco della linea A, lunedì della Roma-Lido e martedì mattina della linea B, anche lì con contorno di scene di panico come documentato dal Giornale. Insomma si tratta di un vero e proprio “allarme sicurezza”. La definizione è di Fabio Desideri, capogruppo Dc alla Pisana. «Sbagliano gli amministratori del Campidoglio e della Regione a mostrare indifferenza - sottolinea Desideri -. Quello che sta accadendo nel settore della mobilità è il risultato di anni di malagestione. La cronaca del trasporto pubblico di Roma e Lazio assomiglia ogni giorno di più a un bollettino di guerra». E a rimetterci sono sempre loro, i passeggeri: per fortuna ieri soltanto un po’ malconci ma tanto spaventati. Si sentono tutti presi in giro, perché mentre studi creati ad hoc e campagne pubblicitarie multicolore li invitano a sottoscrivere abbonamenti e a lasciare i mezzi privati a casa, ogni giorno devono convivere con l’incubo di possibili guasti. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, chiede l’erogazione di un risarcimento per chi ieri viaggiava su quel convoglio: «Vanno risarciti - dichiara - non solo per i danni derivati dal disagio che lo stesso ha procurato, ma soprattutto per la paura che hanno provato. Paura e stress resi ancora più angoscianti se si pensa che molti viaggiatori, al momento del guasto, avranno ricordato l’incidente di pochi giorni fa».
Ma non è soltanto la metro a far discutere. Di stretta attualità è anche la situazione sulla Roma-Pantano. Dopo tante accuse venute dall’esterno, sono stati proprio i macchinisti a parlare in maniera ufficiale e ad attaccare Met.Ro., denunciando seri problemi ai freni dei convogli e la totale indifferenza dell’azienda alle loro richieste d’intervento. Il livello di rischio per la loro incolumità e per quella dei passeggeri sembrerebbe essere molto alto. «La notizia - afferma in una nota Cesmot, il Centro studi sulla mobilità e i trasporti - è abbastanza allarmante e sconcertante. I pendolari devono avere la certezza di poter viaggiare su infrastrutture degne. La Roma-Pantano necessita indubbiamente di interventi per recuperare la dignità e il rispetto che merita, per tornare a essere nuovamente una ferrovia reale capace di offrire un servizio rapido e sicuro». Non si limita alle parole il Codacons, che è passato alle vie di fatto: «Oggi (ieri, ndr) - fanno sapere dall’associazione - abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma in cui si chiede di accertare il livello di sicurezza dei treni e disporre misure cautelari, compreso il sequestro dei convogli». Se l’estate dei trasporti pubblici romani insomma è stata calda, l’inverno si prospetta rovente.

A farne le spese, come sempre, saranno gli utenti, che si troveranno davanti al solito bivio: utilizzare il mezzo privato, intasando e soffocando Roma, o prendere bus, metro e ferrovie concesse. Sperando in questo secondo caso di arrivare a destinazione.

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