MilanoSolito bar, solito caffè. Come piace a lei: decaffeinato, lungo, con tre bustine di zucchero. Vittoria, 40 anni, fa pausa come sempre al bar tabacchi sotto casa, in via Guido dArezzo 1, dove compra le sigarette e beve un espresso al volo. Ma stavolta alla cassa trova una sorpresa: «Per il caffè sono due euro». «Come due euro? Ma il decaffeinato non costa un euro e 10?». «Sì, ma signorina, lei mette troppo zucchero». Questo è vero, a Vittoria il caffè piace dolcissimo e, quando ordina un espresso doppio, di bustine ce ne mette perfino cinque. Ma, da che mondo è mondo, lo zucchero non si paga. È lì, esposto sul bancone in tutte le sue varianti, dal dolcificante a quello di canna, e non cè scritto da nessuna parte che se ne deve prendere una bustina soltanto. La cassiera però, esasperata dalleccessivo consumo di zucchero della sua cliente abituale, si scalda e stavolta perde le staffe. Vittoria pure. Le due alzano la voce, la barista caccia dal locale la donna e la invita a uscire spingendola sulla spalla. Lei, furente e umiliata davanti a tutti, chiama le forze dellordine e dopo pochi minuti interviene una volante della polizia. Per una bustina di zucchero di troppo.
I clienti allinterno del locale rimangono ammutoliti ma nessuno interviene. «Già laltro giorno - spiega Vittoria, scossa dallepisodio - la barista mi ha fatto una battuta sullo zucchero. Ma pensavo stesse scherzando e non ci ho dato peso. Ora abbiamo superato ogni limite. Mi ha anche chiesto di non andare più nel suo bar.
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