Un fatto che colpisce non poco quando si parla di arredamento della casa è la crescita sotto ogni punto di vista della cucina. Da luogo di servizio, di sosta per madri e nonne, luogo di studio per ragazzi, si è andata trasformando, almeno questo è il messaggio di giornali, riviste e spot, in uno splendido ambiente dalle dimensioni spettacolari, dove si presuppone si cucini per tante persone, sia dotato della tecnologia più da ristorante che da casa e dove il mobile ha assunto la nobiltà di quello da soggiorno piuttosto che della cabina armadio. Sembra che non si presenti il tutto sotto questo aspetto così importante, non si possa vendere, il pubblico si allontani, gli arredatori vanno in altre direzioni. Ma, ci si domanda, quante persone possiedono spazi in cucina per allestire composizioni così grandi e spettacolari? Quante hanno davvero bisogno di attrezzature così sofisticate se poi se la cavano con i «quattro salti in padella»?
Ma non bisogna dimenticare l'osservazione che se prendete una di queste cucine, la tagliate e la inserite nel vostro piccolo spazio disponibile, tutto cambia, gli effetti spettacolari svaniscono e vi trovate davanti ad una immagine ben più povera di quella che vi aveva colpito su una rivista o in uno spot. Si dirà che questo mercato è cresciuto di molto, che la cucina ha ritrovato nuovi significati sociali, che oggi questo ambiente nelle nuove case è richiesto in superfici maggiori, tutto vero ma resta il fatto che per vendere una Cinquecento ti fanno vedere un Tir. Ma allora viva l'esposizione di Ikea, con tutta una serie di modelli e composizioni fatti per le case di tanti, e non solo per quelle dei meno abbienti.
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