Mezza Juve, grand’Italia ma il ct invoca le critiche

Mezza Juve, grand’Italia ma il ct invoca le critiche

È tornata l’ItalJuve, si salvi chi può.
«No, no, troppi elogi, così non va. Piuttosto - fa sapere Prandelli fra una chiacchierata e l’altra -, fatemi tante critiche. Non solo portano bene, ma è quel che ci vuole in questi momenti». Scaltro, scaramantico, primo sul pallone come ai bei tempi: «Non so neppure se ci sia entusiasmo attorno a questa squadra... Comunque meglio così, teniamocelo per l’Europeo l’entusiasmo». Troppo facile adesso chiedere di picchiare duro sulla nazionale, Prandelli mica è nato ieri, ha portato a casa un pari nella bolgia del Marakana prendendo un gol in fuorigioco più che attivo, e gli elogi di tutta la stampa serba: «Questi giocatori sono degni delle quattro stelle che portano sul petto - ha scritto il quotidiano Press -, che ricordano agli avversari di avere di fronte una squadra quattro volte campione del mondo». Sportski Zurnal ha definito Pirlo un artista e gli ha dedicato un tributo grandi firme: «Lui è la dimostrazione che il calcio contemporaneo ha ancora un’anima. Si muove con incredibile leggerezza, ogni mossa è ragionata, sempre al posto giusto, un passo più veloce dell’avversario. Andrea Pirlo è uno degli ultimi boehemiens del calcio». Celebratissimo il ct, Politikà scrive: «Abbiamo fatto il massimo che si potesse fare. Abbiamo incontrato un avversario di grandi qualità che negli ultimi tempi gioca veramente in un modo straordinario».
A Prandelli, Pirlo e Barzagli i voti più alti, Buffon protagonista in deviazioni con effetti speciali contro il suo palo di destra in occasione della punizione di Kolarov, e impallato sulla rete del pari serbo da annullare. Al resto ha pensato proprio il ct: «Chiellini sulla sinistra ha forza e penetrazione, ha lottato e sofferto, deve solo prendere confidenza in quel ruolo». Marchisio in stato di grazia, tre gol nelle ultime due uscite e poco più di cinquanta secondi per segnare il primo in azzurro: «Ha capacità di corsa e sente l’area di rigore. Sì, ha qualcosa di Tardelli», ha ricordato il ct. Stare calmi. Schizzo è stato Schizzo, non si diventa l’urlo del Bernabeu per un gol al Marakanà. Ma proprio lui ha dichiarato di rivedersi in Marchisio: «Mi somiglia molto per tecnica, corsa e determinazione, è vero. Ma lasciamolo crescere».
In questa Italia che avanza senza far rumore e della quale non si riesce a stabilire dove possa arrivare, ci sono i risultati a dare sostanza. Un amaro pareggio in casa dei tedeschi dopo averli dominati, una vittoria contro i campioni del Mondo della Spagna e adesso a fine febbraio il confronto contro i vice campioni dell’Olanda per stabilire chi stia comandando nel vecchio continente in attesa dell’Europeo 2012. Con sei undicesimi di Juve, più di mezza Italia. E meno male, si fa per dire, che il ct per sopperire alla moria di centravanti non ha chiamato Amauri. Ma qui si sarebbe scatenata la rissa, l’italo brasiliano in tribuna allo Juventus stadium, ma titolare con l’Italia? E Camoranesi non torna?
Magari l’appunto non farà felice l’altra metà del calcio, ma la ressa bianconera in questo azzurro di Prandelli, lui solo un ex, sancisce un legame storico e soprattutto vincente. Nelle quattro nazionali campioni del mondo, 1934, 1938, 1982 e 2006, c’erano 27 juventini nei 44 titolari. E anche quando il titolo è stato sfiorato la presenza bianconera è stata massiccia, otto nell’Italia quarta in Argentina nel ’78. Gianluigi Buffon, tredici anni in azzurro, ha detto di non aver mai visto una nazionale come questa, bisognerebbe approfondire, ma è già tanta roba, meglio non addentrarsi. «Se Buffon dice questo - replica Prandelli -, significa che davvero la strada è quella giusta».


Altri juventini in programma? Intanto Prandelli per il prossimo impegno contro l’Irlanda del Nord a Pescara, ultima gara del girone C, pensa a Giovinco, un ex bianconero, che voleva già schierare contro la Serbia, poi a Osvaldo, oriundo come Camoranesi, e per il futuro tiene sveglio Matri.

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