Cronaca locale

Mezzanotte in libreria Due ore in coda per l’ultimo Harry Potter

Grande attesa per conquistarsi subito una copia del «Principe mezzosangue»: in fila bimbi, genitori e seguaci adulti del maghetto

Igor Principe

A mezzanotte e cinque entra una coppia. Il sorriso di lei si stempera in una smorfia di silenzioso stupore; lui rimane impassibile. Poi la guarda, e dice: «Amore, quella è la coda? Facciamo così: domani te ne compro dieci copie. Ma adesso andiamo a casa».
La coda davanti alla quale i due hanno desistito è un serpentone di trecento individui che, per un paio d'ore, hanno atteso l'ora delle streghe alle Messaggerie Musicali di corso Vittorio Emanuele. E che da cinque minuti sciamano con ordine davanti alla cassa per ritirare la loro bella copia di «Harry Potter e il principe Mezzosangue», finalmente uscito anche in Italia nella consueta edizione Salani. Qualcuno ci prova, a fare il furbo. Entra, raggiunge le copie impilate all'inizio del reparto libreria, prende quelle che gli servono e va in cassa, soldi alla mano. Dalla coda si staccano un paio di persone: non dicono niente, ma si limitano a indicar loro il serpentone umano che si snoda lungo tutto il reparto e che sfocia in Galleria del Corso attraverso le uscite di sicurezza del negozio. I furbi obbediscono.
«Solo una volta ci era capitato di dover aprire quelle porte», dice un dipendente, Donato. «Quando abbiamo venduto l'ultimo disco di Madonna: c'erano mille persone. Per Harry Potter è la prima volta». A che ora vi aspettate di chiudere? «Non oltre le due. La coda scorre». Non è come nelle librerie di Londra, dunque, dove lo scorso 17 luglio, sempre dalla mezzanotte, si vendevano 13 libri al secondo. Tuttavia, si può parlare di «Harry Potter mania» anche a Milano: cinquanta metri più in là delle Messaggerie, alla libreria Mondadori, il pienone è lo stesso. Così come alla Feltrinelli di corso Buenos Aires dove, in attesa della mezzanotte, ora in cui cade l'embargo per le vendite del sesto capitolo della saga del maghetto di Hogwarts, proiettano Il prigioniero di Azkaban, terza avventura di Harry Potter al cinema. Il punto vendita di piazza Piemonte ieri mattina ha sfiorato il record: 400 copie vendute in tre ore.
«L'ho prenotato il 16 ottobre, sono alle Messaggerie da un'ora e mezza», dice Marco, 23 anni, un'aria mite dietro cui si nasconde bene quella che lui stesso definisce «un'ossessione». «Vedevo mia sorella tanto entusiasta, e non capivo perché - prosegue -. Poi ho cominciato a leggerlo e non mi sono più fermato. Ho fatto la coda anche la scorsa estate per comprare subito l'edizione inglese del Principe Mezzosangue, e non vedo l'ora di rileggermelo in italiano». In attesa di raggiungere la cassa, Marco fibrilla. E ci mette un po' per spiegare i motivi di tanta passione. «La Rowling (l'autrice, Joanne K.) riesce a parlare del mondo reale attraverso un mondo virtuale. Bene e male sono cose che ci riguardano tutti, e le vicende di Harry Potter tracciano confini netti». Obietti che prima di lei lo ha fatto un certo Tolkien. «Certo, e Il Signore degli anelli mi è piaciuto molto. Ma la Rowling scrive in modo più diretto». Di poco davanti a lui, Jennifer, 17 anni, discute con due coetanee. «I film non c'entrano niente con il libro. Mancano i personaggi». Viene da Rho, è in coda dalle dieci e ha una determinazione che induce le sue interlocutrici a darle ragione: «Compro il libro, vado a casa e lo leggo tutta la notte».
In coda, ordinati, non pochi bambini con relativi genitori. Che per aiutarli a vincere il caldo del negozio hanno comprato loro il gelato. Ma c'è anche qualche caso in cui è il piccolo ad accompagnare il grande. «Sono qui con mio nipote - spiega Mara -, ma è meglio dire che lui è qui con me». Matteo, 12 anni, le sta accanto compassato come un gentleman; lei è preda dell'entusiasmo, e seguirà l'esempio della succitata Jennifer. «Leggo tutta notte, domani non si lavora. Quanti anni ho? Trentuno?». Se lo chiede, quasi l'avesse dimenticato.

Potenza del maghetto.

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