da Roma
Improvvisamente il governo di centrosinistra, o meglio parte di esso, scopre che i soldati italiani in Irak e Afghanistan sono impegnati in missioni di pace. Una vera e propria conversione, se ricordiamo quanto dichiaravano fino a poco tempo fa. Che quella in Irak fosse una missione di guerra non lo sosteneva, infatti, soltanto la sinistra radicale, ma anche Prodi e DAlema. Poi, sia per dovere istituzionale sia per limportanza dei rapporti internazionali con Stati Uniti e Gran Bretagna, la retromarcia.
Il primo è stato il ministro della Difesa, Arturo Parisi, che lo scorso 30 maggio ha effettuato una visita a sorpresa a Nassirya. «LItalia non volterà le spalle allIrak», ha detto lesponente prodiano della Margherita esprimendo «lammirazione del governo e del Paese» per quanto hanno fatto i militari. Parisi non ha parlato né di ritiro né di abbandono aggiungendo che «lItalia proseguirà il proprio impegno attraverso il sostegno alla ricostruzione». Poi è stata la volta del presidente del Consiglio, Romano Prodi. In un colloquio con Il Messaggero allindomani delle polemiche sulla parata del 2 giugno il premier ha detto: «Questi uomini che hanno sfilato sono quelli che tutelano e difendono la pace. Non cè alcuna contraddizione sul valore della pace e della libertà di tutti». Un messaggio preciso spedito a Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani.
Ieri sera, dopo lattentato a Nassirya, è stato il ministro degli Esteri, Massimo DAlema, a usare nuovamente lespressione «missione di pace» per esprimere il proprio cordoglio. «Dolore, solidarietà e vicinanza alle Forze Armate - ha dichiarato - ancora una volta duramente colpite nelladempimento del loro dovere in una missione di pace». Sulla questione Afghanistan, invece, qualche giorno fa la Farnesina si era premurata di far sapere che «limpegno italiano resterà inalterato, poiché non cè nessuna idea di un cambio della natura della missione».
Cè un contraltare per queste posizioni. Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, nel suo messaggio di cordoglio ieri ha sottolineato: «Ci stringiamo attorno alle famiglie delle vittime per dire ancora una volta quanto sia inutile questa guerra».
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