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Un mezzo successo per le forze di Mosca

Stroncato l’attacco, senza tuttavia riuscire a impedire la fuga di molti guerriglieri

Andrea Nativi

La battaglia di Nalcik è un successo per le forze di sicurezza russe, che hanno saputo contrastare in modo efficace un attacco di guerriglieri condotto con una forza a livello di compagnia, con consistente equipaggiamento e armamento. In realtà, se si vuole dar credito alle fonti ufficiali russe, i guerriglieri hanno rischiato troppo, lanciando l’attacco coordinato contro più obiettivi in un centro urbano importante e relativamente ben difeso quando ormai avevano perso il vantaggio della sorpresa. In condizioni del genere le probabilità di poter condurre una classica azione mordi e fuggi riuscendo a disimpegnarsi erano minime. Si può davvero parlare di operazione suicida.
Tuttavia neanche i russi possono davvero cantare vittoria: nonostante i segnali equivocabili, il rinvenimento di un enorme deposito d'armi, lo scontro con un primo gruppo di guerriglieri, non hanno saputo individuare e intercettare il grosso della forza nemica prima che agisse e neanche stendere un cordone impenetrabile intorno alla città, in modo da impedire la fuga dei combattenti nemici, probabilmente un mix di ceceni e di guerriglieri islamici locali.
Per il presidente russo Vladimir Putin e per il suo ministro della Difesa Sergei Ivanov è però importante che non si sia ripetuta la tragedia di Beslan. Oggi da Mosca si può sostenere che le riforme avviate e la ristrutturazione delle forze armate e delle forze di sicurezza stanno dando i frutti previsti.
La realtà è diversa, in Cecenia si è ben lungi dall’aver sconfitto la guerriglia, gli altri focolai di crisi caucasici rimangono attivi o stanno peggiorando e contemporaneamente occorre fronteggiare le nuove minacce nell’Asia centrale.
Putin peraltro può rivendicare il rinnovamento della Difesa russa, che si va professionalizzando e sta finalmente acquisendo, sia pure con il contagocce, nuovi sistemi d’arma, equipaggiamenti e tecnologie. Quantomeno si riescono ad ammodernare le piattaforme già in servizio: navi, aerei, elicotteri, mezzi da combattimento.
La spesa per la Difesa è in costante aumento, nel contesto di una crescita economica al ritmo del 6 per cento, sostenuta in larga misura dai proventi petroliferi. Il bilancio della Difesa 2005 è pari a 19 miliardi di dollari, per il 2006 ci si aspetta un incremento del 22 per cento, a quota 23 miliardi, che rappresentano però solo il 2,75 per cento del Pil. La spesa militare sarà comunque una delle prime voci del bilancio statale, con spese per 150 miliardi di dollari ed entrate per 191 miliardi.
I soldi a disposizione sono impiegati per aumentare gradualmente il numero dei soldati professionisti, che saliranno a 277.000, praticamente raddoppiando rispetto a due anni fa, e con un peso percentuale sempre maggiore sul totale teorico di 1.100.000 militari (in effetti ci sono carenze di circa il 25 per cento degli organici). Le unità di punta, come la 42ª divisione motorizzata, la principale unità in Cecenia, sono costituite interamente da volontari e professionisti.
Tutti i reparti impegnati in Cecenia sono o saranno professionalizzati. Gli stipendi stanno aumentando, c’è più attenzione per l’addestramento e la preparazione dei soldati, la qualità della vita per i professionisti sta migliorando, ci sono nuovi sistemi d’arma e l’efficienza di quelli in linea lentamente sta crescendo.

La cura Putin sta funzionando.

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