da Palermo
«Sono sbalordito, è come se mi fosse caduto un camion addosso. Porca miseria, è proprio vero: i migliori se ne vanno». Totò Schillaci, ex bomber della Nazionale azzurra allenata da Azeglio Vicini ai Mondiali di Italia '90, esploso come attaccante nel Messina allenato proprio da Franco Scoglio, non riesce a darsi pace. La notizia della morte del suo mentore calcistico lo ha pietrificato. Parla a ruota libera, amareggiato e stupito da una notizia che non avrebbe mai voluto ricevere, Totò-gol. «Cerca di capirmi - non riesce a trattenere le lacrime Schillaci - per me era come un padre. Con lui ho trascorso tre anni stupendi a Messina, passando dalla C/1 alla B. Il Professore era un uomo intelligente, culturalmente elevato, che ha dedicato tutta la sua vita al calcio. Sì, era molto focoso, ma lo era perchè difendeva il suo lavoro, il suo credo calcistico. Era un sanguigno, ma anche un testardo, amava moltissimo il suo lavoro».
Schillaci non incontrava Scoglio da tantissimo tempo. «Lunedì sera, però, lo avevo ammirato su Italia 1 - racconta - era il solito Professore, molto competente e attento. Mi ricordo quando ci spiegava come comportarci sui calci da fermo e poi mi diceva: Totò, gioca come vuoi, tu sei un fuoriclasse. Ci disegnava gli schemi sui fogli.
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