«Mi ha guarita da un tumore» Folla in Duomo per i tre beati

Suor Enrichetta Alfieri è beata. In piazza Duomo per la cerimonia arriva anche Stefania Copelli, la donna di Truccazzano che nel 1993 è guarita da un tumore in modo inspiegabile. Stefania aveva 18 anni. La sorella di sua madre, suora della Carità come Enrichetta, chiese l’intercessione dell’angelo di san Vittore, morta in fama di santità. La miracolata racconta: «Mi hanno posato la sua immaginetta sull’addome, che era la parte più colpita. Era fine gennaio. L’11 febbraio ho fatto la Tac: nel giro di dieci giorni il tumore era regredito del 70 per cento». È con il marito Marco e i due figli, Anna di 9 anni e Davide di 3: «Un’altra grazie di suor Enrichetta. Mi avevano detto che non avrei mai avuto figli. Oggi provo una gioia immensa».
Piazza Duomo è piena. Settemila i posti a sedere, quasi tutti occupati. I fedeli sono arrivati da molti luoghi per festeggiare i loro tre beati. L’immagine di Enrichetta è al centro del Duomo. Alla sua destra padre Clemente Vismara, missionario del Pime che ha speso la vita tra gli orfani della Birmania. A sinistra don Serafino Morazzone, il parroco di Chiuso che ha confessato tanti penitenti: Manzoni è solo il più famoso.
Celebrano l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi e il prefetto della congregazione per le cause dei santi, Angelo Amato. Il cardinal Tettamanzi ha voluto che fosse questa cerimonia a segnare, almeno simbolicamente, la conclusione del suo episcopato, anche se la sua agenda prevede ancora per domenica 3 luglio una messa di ringraziamento a San Vittore.
Avvenire pubblicava proprio ieri una lunga intervista in cui l’arcivescovo parla di questi nove anni alla guida della diocesi. Ripete di aver sempre cercato di seguire il Vangelo: «Non spetta a me fare bilanci del mio episcopato ambrosiano, verificare se le mie parole e i miei gesti hanno trovato ascolto». Adesso ogni giorno è buono per la nomina del successore, che con ogni probabilità sarà il patriarca di Venezia, Angelo Scola.
In prima fila friggono sotto il sole i politici e le loro consorti: il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Provincia, Guido Podestà, l’assessore regionale alla famiglia, Guido Boscagli. E poi il vicesindaco Maria Grazia Guida, l’assessore alla Sicurezza Andrea Granelli. Qualcuno tenta una contabilità e un confronto con il padre dei mutilatini: «Per la beatificazione di don Gnocchi eravamo molti di più».
Antonio Greppi, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione, aveva definito suor Enrichetta la migliore cittadina di Milano. «Corrisponde a verità» concorda Pisapia e ne ricorda impegno per i detenuti. Il provveditore delle carceri, Luigi Pagano, aggiunge che fu proprio di suor Enrichetta l’idea di istituire asili nido per i bambini delle detenute.

C’è Daniela Zuccoli, la moglie di Mike, come Indro Montanelli tra i beneficati dalla suora.
La raccolta delle offerte è destinata alle vittime del terremoto in Birmania, che ha raso al suolo anche la prima missione del beato padre Vismara: casa, chiesa e orfanatrofio. L’obiettivo è riuscire a ricostruirli.

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