«Mi hanno nascosto l’inchiesta per 10 anni»

Franco Lazzarini, patron della Ital Brokers, la prima società di brokeraggio italiana, viene a sapere del suo coinvolgimento nel sexy-gate a luci rosse (nel senso del colore politico degli «utilizzatori finali») da un socio mattiniero che alle sette di mattina ha già fatto la rassegna stampa. Lui, che non ha mai saputo niente nemmeno dell’inchiesta della Procura di Roma, cade letteralmente dalle nuvole: «Io? Interrogatori? Festini? Donne? Escort? Ma che dici?», pensando a uno scherzo dell’amico.
In realtà, la lettura del Giornale e dei dettagliatissimi verbali gli apre l’orizzonte su un mondo. Che non è tanto quello di un complotto del Giornale ai suoi danni, ma quello di alcuni suoi «amici» che, per dieci anni non gli hanno nemmeno raccontato dell’inchiesta. E solo la fede in Sai Baba e nelle sue filosofie di serenità orientale gli permette ai mantenere una calma assoluta.
Tanto che all’Ippogrifo, uno dei salotti buoni della Genova culinaria, Lazzarini si confida con il consigliere delegato della sua società e amico vero Fabrizio Moro e con il Giornale con il sorriso sulle labbra: «L’altra volta, ai tempi del contromano di Burlando e dell’intervista ironica di Francesco Cossiga, dopo che Claudio aveva raccontato di noi due neoseparati che eravamo andati a vivere insieme, mi volevano far passare per gay. Stavolta, per lo meno, si parla di donne. In fondo, mi va meglio... ».
E le escort? E i festini? E gli amici? «Begli amici quei tre! Per dieci anni non mi hanno detto niente dell’inchiesta! Non sono mai stato sentito, nemmeno come testimone e l’ho scoperta ieri. Dopo il vostro articolo, quando uno di loro mi ha chiamato chiedendomi se volevo appellarmi insieme a lui alla violazione della privacy del Giornale, sono sbottato: "Mi avete messo in mezzo senza dirmi un cazzo! Altro che privacy!"». Segue, anche questa volta, battuta sdrammatizzante: «Anche perché nel ’99 non ero ancora separato e la mia ex moglie, leggendo questa roba, dirà fra sé e sé: “Allora vedi che avevo ragione a mettergli le corna”. Perché sa, io sono stato cornuto... ».
Il pesce crudo dell’Ippogrifo si scioglie in bocca. Le risposte di Lazzarini alle nostre domande pure. A partire dalla principale. Ma le donne le pagava o no? E se pagava pagava per tutti? «No, guardi, questa è una delle tre imprecisioni su di me nell’articolo del Giornale. Non ho mai pagato prostitute. Anche se forse mi sarebbe convenuto, perché a volte le donne cosiddette serie e le fidanzate costano molto di più e danno molti più problemi. Avrei risparmiato... ». Altre imprecisioni? «Alitalia non è mai stata cliente dell’Ital Brokers, visto che ha un suo broker interno. E anche Finmeccanica non è tutta nostra, magari lo fosse! Per quanto riguarda la Camera, siamo passati da maggioranze di ogni colore».
Ecco, se Lazzarini ha un difetto è quello di fidarsi un po’ di tutti. Se l’amicizia con Burlando era di vecchia data (la mamma del broker è di Torriglia e quella del governatore ligure di Marsano, due paesi confinanti dell’entroterra genovese e i due sono cresciuti insieme), quella con i tre era fresca, «visto che io ho iniziato a frequentare con una certa regolarità Roma nel 1998 e non c’era tutta quella confidenza».
Lazzarini, ovviamente, non nega l’amicizia stretta con Massimo D’Alema con cui è stato anche in vacanza a Gallipoli: «Ma, ai tempi di quei fatti non eravamo ancora amici, avevo appena iniziato a conoscerlo. Poi, ci siamo avvicinati parlando di figli, di salute ed è nata una bellissima amicizia, vera».


Diverso il grado di stima per alcuni uomini che, nel tempo, si sono succeduti al fianco dell’ex presidente del Consiglio e «deputato di Gallipoli»: «Non di tutti avevo grande stima e l’ho detto anche a Massimo. Qualcuno di loro, secondo me, non aveva mai visto nemmeno la figa... scusate il termine. Magari a Roma sono un po’ impazziti per questo... ».

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