Mi manda Balotelli Il fratellino Enock in prova allo Stoke

Londra Mi manda Mario. Non è un raccomandato ma il fratellino di Balotelli. Anche lui in cerca di un posto al sole nel mondo del calcio. Che per trovare il suo primo contratto da professionista è dovuto emigrare nella fredda e piovosa Stoke-on-Trent. Sessanta chilometri a sud di Manchester, il regno di SuperMario. L'occasione che potrebbe spalancare a Enock Barwuah, fratello naturale di Balotelli, le porte della Premier League. I Balotelli brothers alla conquista dell'Inghilterra, dunque. Mario ne è già una stella, Enock spera di emularlo. Ma prima dovrà superare il provino dello Stoke City: da tre settimane si allena con il club inglese e giovedì ha fatto il suo esordio con la squadra riserve nell'amichevole contro il Burton Albion. Non ha segnato (è finita in parità, 0-0) ma è piaciuto il suo modo di stare in campo. Un centrocampista esterno, con meno genio di Mario, ma rapido e con un buon dribbling.
«E' un bravo ragazzo ma ancora un po' acerbo. Vediamo cosa succederà», la prima pagella di Dave Kevan, tecnico della squadra. Continuerà ad allenarsi con lo Stoke fino a fine anno, poi si deciderà. Nel frattempo condivide la casa con Mario, a Manchester. Quella che poche settimane fa ha preso fuoco a causa della passione per i giochi pirotecnici di SuperMario. Ma è proprio questa convivenza il principale interrogativo del club. Perché se in campo pur tra cautele e riserve trapela un reale interessamento al suo tesseramento, Tony Pulis - manager dello Stoke - ha già espresso più di una perplessità, preoccupato dalla "cattiva" influenza che potrebbe avere "bad boy Mario" sul fratellino. Come quando - era la scorsa estate - i due sono stati sorpresi all'interno di un carcere femminile a Brescia. Una bravata pensata da Mario con la complicità appunto di Enock.
Figlio di Thomas e Rose, Enock non è stato dato in affidamento diversamente da quanto accaduto a Mario, quindi ha mantenuto il suo cognome Barwuah. Così come gli altri fratelli (biologici) di Balotelli, Abigal e Angel. Tutti molto legati al talento azzurro che però con i genitori di sangue ha interrotto ogni rapporto. Ma per il fratello eccolo lì, al suo fianco. «E’ un fratello buonissimo. Si atteggia da duro, ma non c’è da credergli», dice Enock. Ai tempi dell’Inter Mario aveva cercato di iserirlo nel settore giovanile nerazzurro.

E lo scorso anno aveva sperato che andasse a buon fine il provino (poi saltato) con il Napoli. Ora la chance inglese dopo una stagione da titolare con il Carpenedolo. Dalla seconda divisione alla Premier, con lusinghiere referenze. E soprattutto una illustre parentela.

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