Roma«È un trappolone, questo lhanno capito anche i bambini. Quindi spiegatemi perché mai mi ci dovrei buttare dentro di mia spontanea volontà». Sebbene una decisione definitiva sulla richiesta dinterrogatorio della procura di Napoli non sia stata ancora presa, Berlusconi non sembra aver cambiato idea. Il che, tradotto, significa che il Cavaliere continua a vedere il faccia a faccia con i pm Piscitelli, Curcio e Woodcock come una «vera e propria provocazione». Un «atto di guerra» bello e buono. Perché «non cè alcun reato» e «quandanche si volesse indagare Napoli non è nemmeno competente territorialmente» visto che leventuale illecito si sarebbe consumato a Roma. Insomma, insiste il premier, «sono loro a commettere unillegalità», a «muoversi fuori dalla legge». Questo dice il Cavaliere per tutta la giornata nelle sue conversazioni private, questo ripete anche nelle riunioni più allargate. Incontri dove cè pure chi consiglia più prudenza - Letta e Bonaiuti in primis - perché «prima o poi allinterrogatorio dovrai andarci».
Si studia la strategia, dunque. Partendo però da quel presupposto su cui il premier sarebbe tornato ad insistere anche nellincontro mattutino con Napolitano: i magistrati di Napoli si muovono in palese violazione della legge. Al Quirinale Berlusconi sale per relazionare il capo dello Stato sul buon esito degli incontri con Van Rompuy e Barroso ma è impossibile non affrontare il nodo giustizia. Non solo laffaire Tarantini-Lavitola ma pure larrivo di nuove fughe di notizie da Bari, visto che oggi si chiuderanno le indagini su Tarantini e le presunte feste a Villa Certosa e gli atti (intercettazioni comprese) saranno accessibili a tutti. Scontato, dunque, che il Cavaliere torni a far presente a Napolitano che è in atto «unaggressione senza precedenti». Il premier è durissimo, arrivando a ventilare la necessità di un decreto che blocchi immediatamente la pubblicazioni delle intercettazioni. Altrimenti - sarebbe stato il suo ragionamento - rischiamo di affossare il Paese per colpa di «pochi irresponsabili» in un momento economico delicatissimo. Il Colle, però, avrebbe stoppato sul nascere liniziativa. Anche se Bonaiuti smentisce qualunque ipotesi di blitz. Che comunque sarebbe servito a poco visto che di lì a qualche ora sul sito del Corriere della Sera arriva lantipasto di quel che succederà nei prossimi giorni con la pubblicazione di una telefonata tra il Cavaliere e Lavitola. Insomma, lo scontro si annuncia durissimo. Anche se per il momento si continua a usare il fioretto. Tanto che Ghedini nei suoi contatti con la procura di Napoli non avrebbe escluso la possibilità che il premier si presenti. Da una parte, infatti, si vuole evitare che la procura arrivi davvero a chiedere laccompagnamento coattivo, che dovrebbe passare comunque per la Giunta delle autorizzazioni (dove i numeri sono piuttosto risicati se ieri Milanese lha sfangata 21 a 20). Dallaltra, però, cè il rischio che i magistrati contestino un qualche reato a Berlusconi durante linterrogatorio facendolo passare da parte lesa a indagato e sanando il vulnus della competenza territoriale. Senza considerare che la legge - in caso di falsa testimonianza - prevede anche larresto. Che in flagranza di reato non ha bisogno dellautorizzazione della Camera.
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