«La mia consulenza? Come l’Expo di Letizia Ci abbiamo rimesso»

Il suo contratto scade il 31 luglio, ma dal giorno della sconfitta di Letizia Moratti a Palazzo Marino non si è più visto. E i maligni che accusavano Red Ronnie di essere il consulente all’immagine del candidato-sindaco, più che della città, sono tornati a sparare a zero.
Un contratto da 105mila euro in 2 anni. Presenterà la relazione sui risultati?
«Come ho sempre fatto. Ma mi fa ridere essere citato come superconsulente».
Perché?
«Non lo volevo neanche il contratto, me lo fece l’allora dg Giuseppe Sala perché lavoravo gratis e non potevo neanche salire dal sindaco senza farmi annunciare. “Che cifra vuoi?“. Con il mio curriculum avrei potuto sparare alto ma chiesi solo il rimborso spese. Il direttore della mia banca dice che a collaborare con il Comune ho fatto un pessimo affare».
Addirittura?
«Se togliamo il 20% di Iva, il 45% di tasse, le spese di viaggio che solo per Shanghai sono state di 7mila euro, i chilometri per andare e venire da Bologna a Milano, hotel, parcheggio, cena, casello. Se mi sono rimasti 5mila euro l’anno è tanto. E dietro di me c’è un’azienda che lavora».
Fossero anche 5mila euro, i contribuenti li hanno spesi per fare campagna alla candidata Moratti?
«I video per lei in campagna li ho fatti solo in amicizia. Perché non si parla dei sopralluoghi, le trasferte e 5 mesi di lavoro con Italo Rota per il giardino a John Lennon che poi è saltato per i tagli del bilancio? Avevamo fissato anche la conferenza stampa. O LiveMi, il festival delle band emergenti. Anche caricare i video sulle homepage del Comune con una gara che non lo prevedeva è stato un inferno, ore di riunioni. E le interviste non erano solo a Letizia, ma a esponenti e assessori su Arengario, Galleria, moda».
Ha organizzato anche il concerto-flop di fine campagna in piazza Duomo, quello in cui Gigi D’Alessio ha dato forfait?
«Per carità, intanto avrei scelto gruppi emergenti. Un Natale a Roma ho costretto Dionne Warwick che era già in camerino in vestaglia perché aveva stonato a vestirsi e tornare sul palco. Non esiste che un artista non si presenti ed è stato folle che quel giorno nessuno salisse ad avvertire migliaia di ragazzine che aspettavano D’Alessio dal pomeriggio. Che errore».
Forse la ciliegina, visto com’ è finita.
«Era impossibile vincere queste elezioni».
Sicuro?
«Letizia credeva di giocare la partita su un campo, quello dei fatti, e non ha capito che era spostata su un altro dove si regalavano gol a porta vuota. É diventata una sfida nazionale, con slogan e manifesti aggressivi».
L’attacco contro Pisapia a Sky non gliel’ha imposto nessuno.
«Lì forse ha pensato di poter giocare la stessa partita e ha sbagliato. Ma è stata accusata tutto il tempo di essere serva dei poteri forti, ha tentennato fino all’ultimo se reagire. E per me è stata l’esasperazione, lo sfogo di una mamma che per mesi ha visto attaccare un figlio senza replicare. La lite di Gabriele con Irvine? Risaliva a 3 anni prima ma è stato rinviato a giudizio a maggio. Sulla Batcasa doveva raccontare meglio le cose, l’hanno accusata di aver fatto il Pgt per favorire il condono edilizio al figlio. Le doveva dire tutte, è stata troppo signora».
Cosa doveva dire?
«L’ultima. É immorale che si sia dovuta dimettere da Expo, l’ha vinto con i suoi soldi. Ha pagato di tasca sua le trasferte intorno al mondo, persino lo show a Parigi che ho organizzato io l’ho fatturato al marito, ero in imbarazzo. Mi fa ridere che ora si faccia passare Pisapia per un santo perché viaggia in classe economica. Letizia si arrabbierà perché dico queste cose ma avrebbe dovuto raccontarle.

E ha sempre ragionato da imprenditrice: nonostante i tagli del bilancio ha fatto un miracolo e per salvare Malpensa è andata in tv dall’Annunziata sparando anche contro Berlusconi».
Da lunedì farà l’opposizione in consiglio comunale, che ne pensa?
«La conosco dal 1984 e so che è una combattiva, non lascia mai le cose a metà».

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