Roberto Bonizzi
Partenza da Roma ore 17,30 (16,30 per i meno fortunati). Arrivo a Milano ore 2,15. Il tutto alla modica cifra di 46,20 euro, tariffa Eurostar seconda classe. Non è una tappa di un grand tour del masochismo, ma la giornata orribile di Trenitalia, con la rete ferroviaria messa in ginocchio da 30 centimetri di neve. Tre scintillanti Eurostar e un Intercity bloccati per ore alle soglie da un italianissimo triangolo della Bermuda, la stazione di Fidenza.
A bordo del treno salpato da Termini alle 17,30 («Mi dispiace non c'è più posto», si era scusato il capotreno dell'Eurostar precedente, già gravato dai passeggeri di un Intercity soppresso pochi minuti prima) è filato tutto liscio fino a Parma. Novanta minuti novanta tra Roma e Firenze. Piccola pausa per «girare i cavalli». Quindi un'ora esatta tra Santa Maria Novella e Bologna. Imboccata l'autostrada di ferro lungo la Pianura Padana si intravedono i primi fiocchi di neve dietro ai vetri. Sui binari la coperta bianca è un velo sottile, che aumenta di consistenza con il procedere del treno. Qualche preoccupazione sulle carrozze, ma il convoglio procede sicuro. Trilli di cellulare. «Un'ora e sono a casa. Aspettami per cena. Nevica? Anche qui, ma andiamo bene».
A quel punto qualcosa si rompe. O meglio si era già rotto in precedenza. Ore 21, passata da pochi secondi la stazione di Parma, il treno inchioda. Trascorrono minuti di interminabile silenzio. Dopo mezz'ora di nulla più assoluto i viaggiatori più esperti intuiscono il finale. Cellulare, sguardo sconsolato: «Mangia pure, qui mi sa che andiamo per le lunghe». Quindi lo speaker annuncia che il treno «ripartirà tra poco e, causa problemi ad altri convogli fermi su entrambi i binari, subirà rallentamenti. Ritardo previsto: 30 minuti». Che in pochi istanti raddoppiano.
Nella luce dei lampioni i fiocchi non danno tregua. Cinque o sei treni, lanciati in direzione opposta, attraversano la notte. «Avranno liberato un binario» è la profezia di Lucio. Ma l'Eurostar compie soltanto pochi metri e si ferma nuovamente. Fidenza. «Sembra un cimitero dei treni» dice Sara, mentre culla la piccola Iris, 10 mesi e nemmeno uno strillo. Eurostar, Treni notte, Interregionali. Tutti fermi. Da un Pendolino lontano si aprono le porte e i passeggeri, valigie in mano e neve al ginocchio, compiono il trasbordo. «Benvenuti a bordo» ironizza qualcuno. Lo spazio vitale si è ridotto al minimo. E i nuovi amici hanno una storia ancora più triste. Partiti alle 16,30 si sono fermati a Fidenza perché il loro treno si è rotto. Qualcuno è stato caricato sui pullman sostitutivi. Gli ultimi reduci sono quelli appena saliti.
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