Può bastare un buon titolo per motivare i lettori al punto da far entrare in classifica un libro a poche settimane della sua uscita? Guardando i risultati ottenuti da La psichiatra (Corbaccio, pagg. 400, euro 18,60) dellesordiente tedesco Wulf Dorn, la risposta è «sì». Fin dalle prima pagine i lettori si trovano in unimmaginaria clinica per malati mentali dove una misteriosa e anonima paziente che ha subito violenze indicibili rivela al medico Ellen Roth di essere stata rapita nientemeno che dallUomo Nero. Ed è proprio lui, il misterioso Uomo Nero, a mettersi in contatto con la psichiatra, sfidandola a smascherarlo se non vuole che la donna venga uccisa e altri subiscano la stessa sorte.
Ha ragione Donato Carrisi, che sigla uno degli strilli di lancio del thriller tedesco, a sostenere che «ci sono posti nella mente umana che nessuno dovrebbe visitare» e che La psichiatra ci porta nel «lato oscuro». E non a caso due scrittori che amano le storie allucinate come Andreas Eschbach e Sebastian Fitzek si sono subito innamorati della storia creata da Dorn che, come sostiene Thomas Thiemeyer, sembra «una sceneggiatura visionaria di David Lynch tratta da un libro di Stephen King». «Sono lusingato del paragone - ammette Dorn -, ma credo di avere ancora molto da imparare da entrambi questi maestri del terrore: punti di riferimento imprescindibili».
Ma è vero che cè anche un pizzico di David Bowie nel suo libro?
«In effetti, quando stavo terminando la stesura del romanzo, ho visto su Mtv un suo video che condivideva il malessere e certe atmosfere da incubo che ho utilizzato. È Strangers when we meet, una storia che parla di amore, segreti e nostalgia».
Il suo editore italiano le ha cambiato il titolo portandola così in classifica...
«Non so come sia successo, ma è stata unidea efficace. Ho scelto di intitolare il romanzo Trigger che in inglese significa grilletto della pistola, ma indica anche il pulsante di scatto della macchina fotografica e soprattutto in psicologia indica quei fattori, quelle associazioni mentali, quei meccanismi spesso inconsci, che scatenano il cambiamento delle azioni. Si tratta spesso di effetti irreversibili che cambiano per sempre lo status di una persona. La protagonista del mio libro è alle prese con una paziente che ha subito terribili violenze fisiche e psicologiche e deve scoprire che cosa lha ridotta in quelle condizioni, facendo scattare in lei un altro trigger che naturalmente produrrà altri effetti inaspettati».
Da dove deriva la sua conoscenza delle malattie psichiatriche?
«Fino a ora non sono stato in cura per malattie mentali, se è questo che vuole sapere, ma mi sono a lungo occupato della riabilitazione di pazienti psichiatrici e del loro reinserimento lavorativo. Ma la clinica che descrivo non è un posto reale, bensì la somma di più luoghi che ho visitato nel tempo».
E se lei, per un momento, si sedesse sul lettino della sua psichiatra, a quando farebbe risalire le sue personali paure?
«Sicuramente a quando ero bambino. Nella casa in cui vivevo con i miei lamministratore aveva deciso di economizzare la luce. Per cui quando andavo in cantina a prendere le bevande e le vivande mi trovavo spesso al buio perché cera un solo interruttore e la luce durava così poco...
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