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«La mia ragazza mi ha lasciato: voglio tornare in carcere»

Una storia incredibile, di quelle decisamente paradossali. Lui ha appena 21 anni, una sfilza di precedenti penali alle spalle, da un po’ è uscito di prigione e quel che resta da scontare della pena lo fa agli arresti domiciliari in casa di alcuni zii nella zona di Casetta Mattei. Così ha stabilito il giudice. E tutto sembra procedere liscio, almeno fino all’altra notte. Quando accade l’imprevisto. E per ragioni di cuore. Sandro M., questo il suo nome, intorno alle tre del mattino chiama disperato il 113. Non crede alle sue orecchie l’operatore della questura capitolina all’altro capo del telefono quando il ragazzo gli chiede di inviare da lui al più presto una volante perché vada a prenderlo e riportarlo a varcare la soglia dei tre scalini di Regina Coeli. «Vi prego fate prima possibile - si autodenuncia Sandro fuori di sé - sono uscito di casa, sono evaso. Mi trovo nei pressi di via Chiaramonti. La mia ragazza mi ha lasciato e io non resisto. Voglio tornare in carcere». Ai poliziotti non resta che eseguire. Non è la prima volta che «affari di cuore» mettono ko delinquenti comuni e criminali incalliti, convincendoli a rivedere, volenti o nolenti, i propri conti con la legge. Successe ad esempio che un latitante del Reatino non resistette all’idea di portare un regalo alla propria mamma per Natale e che ad aspettarlo sotto casa, fossero però i carabinieri. Non solo.

Qualche mese fa a Ostia, sul litorale romano, un quarantenne appena tornato a casa da Rebibbia e messo ai domiciliari, bussò alla porta del commissariato di via Genovese Zerbi per chiedere di finire di nuovo dietro le sbarre. «Mia moglie - disse agli agenti - proprio non la sopporto. Meglio la galera». Insomma, fidanzate, mamme o mogli, il criminale non ha scampo.

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