«La mia verginità per Ahmadinejad»

C’è una ragazza di 18 anni in Italia che vuole perdere la sua verginità con il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. E ha i suoi buoni motivi. Tanto buoni da scrivere, con ironia ma non troppo, addirittura un libro dal titolo significativo: C’era una volta un presidente. Ius primae noctis (Vallecchi, pp 81, E.9), da ieri in libreria. Sorella dell’editrice e autrice vicina alla destra Anna Valerio, Silvia mostra comunque per cultura molti più anni di quelli che ha. Tesi del suo libretto, una sorta di provocazione: unico uomo rimasto sulla terra è oggi appunto il presidente iraniano. Perché? Perché è lontano mille miglia dalle vanità dei palestrati e dalla mode di qualsiasi genere.
Ahmadinejad, per la diciottenne, è poi una cosa non da poco: «Un eretico del nostro tempo... Nega l’olocausto; pensa di usare l’atomica; mette a tacere l’opposizione; minaccia l’America...». Certo, aggiunge la Valerio «non concede alle donne di sentirsi il vento tra i capelli...». Ma questo non è affatto un problema. Perché mai le donne iraniane vogliono tanto diventare occidentali? Forse «per diventare le manager di piglio che passano la loro vita da un’azienda all’altra, abbrutendosi a furia di viaggi extraeuropei, stress e ansiolitici...». Ci sono quelle per le quali «emancipazione è solo una fatica in più - e ora se ne rendono conto, anche se non sempre hanno l’onesta di ammetterlo. E poi ci sono quelle che “I figli sì, ma prima la carriera. Appena posso li mando al nido per la socializzazione...”».


«Il presidente mi sembra davvero l’unico che si comporta in modo che va oltre le solite politiche di equilibrio. Per fare una metafora da circo lui, tra gli uomini di Stato, è un lanciatore di coltelli mentre gli altri solo dei clown».

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