Michael Bolton e il pop dei «grandi numeri»

Domani sera alla Sala Santa Cecilia è in programma il concerto del celebre interprete americano

Simone Mercurio

Accanto alle grandi voci femminili di Whitney Houston e Mariah Carey, la sua passionale carica black, la sua vellutata e potente emotività musicale fortemente zuccherosa, ha fatto scuola e sfornato negli anni innumerevoli tentativi d’imitazione. Lui è Michael Bolton, ed è uno dei più popolari esponenti di quel pop-soul smodatamente sdolcinato che tanto piace.
Domani sera (ore 21) il cantante americano si esibirà alla Sala Santa Cecilia del Parco della Musica.
Certo, citando Michael Bolton, vero cognome Bolotin, si parla di un veterano, un caposcuola che ha inciso il suo primo disco nel lontano 1975. Parlando di Bolton si tratta di una grande voce e di un personaggio che ama sinceramente la black music, ma che ha anche flirtato con l’hard rock melodico (con i Blackjack e nei suoi primi due dischi solisti). Trattando di Bolton si fa luce su un artista che ha sfornato una gran quantità di album raffinati ma con poca anima, cover di altri artisti (i due volumi di Timeless) e addirittura riprese di temi d’opera (My Secret Passion).
Dietro l’esempio di Bolton e sulla scia di Whitney Houston si muovono altri interpreti che contribuiscono non poco ad addolcire il pop di derivazione black, sotterrando con sonorità deluxe la ruspante passione del soul.
Tra queste segnaliamo la già citata Mariah Carey che nel ’95 pubblica Daydreaming, la canadese Celine Dion, la danzante Paula Abdul, Toni Braxton, i Boyz II Men e scaltri produttori-musicisti come Babyface, Teddy Riley, Terry Lewis e Jimmy Jam.
Dal punto di vista commerciale il cosiddetto filone white-soul è una vera bomba, una reazione a catena che arriva oggi fino ai Blue, passando attraverso «vecchie» boyband come i Take That, le Spice Girls e gli East 17.
Nel corso della sua lunga carriera, lo statunitense Michael Bolton ha venduto oltre 52 milioni di album e singoli in tutto il mondo, ha vinto due Grammy come miglior cantante e sei American Music Awards.
Dal suo esordio solista del 1983 con Fool’s Of Game, seguito nel 1987 da The Hunger e poi dal primo vero successo nel 1989: Soul Provider, è nel 1991, con Time, Love & Tenderness, che Bolton diventa una star internazionale, con 11 milioni di copie vendute ed un Grammy per When a Man Loves a Woman.
Lo stesso anno vince due MTV (American Music Award). Il suo album successivo, Timeless è una collezione rock and blues.
Nel suo nuovo e ultimo album, Vintage, Bolton ritorna agli stili degli anni ’40, ’50, ’60 con canzoni leggendarie come All The Way, A Kiss To Build A Dream On, The Very Thought of You, When I Fall in Love e Smile.


Bolton fa risaltare l’essenza della pop music e rende noto il genio di cantautori come George ed Ira Gershwin, Sammy Cahn, Marilyn & Alan Bergman & Michele Legrand al pubblico odierno.
Biglietti: platea 60 euro, galleria 40 euro.

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