Cultura e Spettacoli

Michelle Hunziker: «Mi voleva Panariello ma torno da Ricci»

La Hunziker: «Sono stata contattata per Sanremo, ma ho l’esclusiva con Mediaset». L’autore di Striscia: «Smettere? Non ci penso, riconfermo le veline, dureremo altri 40 anni»

Paolo Scotti

da Roma

«Prima dice una cosa, poi ne dice un’altra. E allora sapete cosa dico io? Che Paolo è “the king of paraculs”». Non è necessario tradurre la definizione di cui - con usuale libertà di linguaggio - Antonio Ricci gratifica l’ex collega ed ex amico Bonolis. Il senso è chiarissimo. E allude alla presunta incoerenza tra dichiarazioni e azioni del conduttore de Il senso della vita. «Lui ha dichiarato che in Mediaset non è pagato solo per quello che fa, ma anche per quello che non fa (sottinteso: concorrenza a me)? Be’, quando Bonolis parla non è mai molto chiaro cosa dice». Conclusione: nel presentare la nuova edizione di Striscia la notizia (in cui dal 16, accanto ad Ezio Greggio, tornerà Michelle Hunziker) l’inflessibile Ricci afferma che è ancora molto lontano il giorno in cui lui e Bonolis fumeranno il calumet della pace. «La ruggine fra noi è nata quando lui, che veniva da un programma che sbugiardava i taroccamenti, a Domenica in sponsorizzò una maga. Noi segnalammo la cosa, e lui mi disse in tv “vergognati”. Ma io non ho mai avuto tante soddisfazioni come dopo quel “vergognati”. La gente mi fermava per strada, mi diceva “non mollare”. Ero diventato una pornostar. Di solito è alle pornostar che si dice “vergognati”». E il gesto di distensione invocato da Paolo? «Come dovrei farglielo? Con una telefonata? Con un sms? Ma io gli sms non li so mandare. E le telefonate le faccio solo per scherzo. Quindi forse è lui che deve compiere il primo passo». Quanto alla batosta che Bonolis dette a Striscia con i suoi pacchi, Ricci ha un modo tutto suo di negarla: «Ci mise in difficoltà solo in modo virtuale. Il suo pubblico era composto soprattutto da vecchie, e noi le vecchie non possiamo attrarle. I nostri veri concorrenti sono Italia 1 e Rete 4».
È in piena forma e non le manda a dire a nessuno, Antonio Ricci, tra le veline Thais e Melissa, «già riconfermate». «Partecipare a conferenze stampa con Antonio è un sollievo: apre bocca solo lui», scherza (ma mica tanto) la Hunziker. «E tornare a Striscia è, per me, un privilegio. Riderò meno della prima volta: allora lo facevo perché ero agitata - ammette la bionda attrice, attualmente impegnata nelle repliche romane di Tutti insieme appassionatamente -. Quanto a Sanremo, è vero che Giorgio Panariello m’aveva interpellato. Ma io ho un’esclusiva con Mediaset». E del Festival, eterno obiettivo di sberleffi e sfottò, si torna a parlare anche con Ricci. «Anni fa fummo i primi ad andare a Sanremo. L’anno scorso invece ce ne restammo a casa per evitare di far dire che eravamo lì solo per rompere le scatole a Bonolis». E stavolta, a Panariello, le romperete? «Stavolta ce ne occuperemo con moderazione». I 18 anni di Striscia sono anche l’occasione per un bilancio. Si è mai pentito di qualche denuncia fatta? «Io non riesco a godere se, a seguito delle nostre denunce, Wanna Marchi finisce sotto processo. A me basterebbe che tutto restasse nell’ambito dello smascheramento. Attacchi forsennati, semmai, ne abbiamo avuti noi: quando parlammo della Banca popolare di Lodi nessun giornale, tranne uno, si occupò dell’affare, e un importante quotidiano censurò addirittura la mia frase “questo dimostra che i giornali sono in mano alle banche”». Ma in 18 anni le è mai venuta la voglia di dire basta? «Certo, quando passi metà della giornata a discutere con avvocati e carabinieri, e l’altra metà a cercare di far ridere la gente, a mollare ci pensi. Ma poi è anche divertente. Se il nostro obiettivo fosse combattere l’ingiustizia nel mondo saremmo degli sfigati. È nel tentare questa battaglia già persa che ci divertiamo. Così andiamo a letto contenti. E denunciati». Ma di smettere non se ne parla. Striscia ha i numeri «per andare avanti altri 40 anni». E proprio i numeri sono la sua forza. L’altra sera ha superato il muro dei 9 milioni di telespettatori (31,11 per cento di share, con Affari tuoi a 8 milioni e 600mila, 29,60 per cento), battendo il quiz di Pupo per il terzo giorno consecutivo. Quanto ai possibili obiettivi satirici futuri, inevitabile pensare al duello Berlusconi-Prodi. «Star dietro alla loro comicità involontaria sarà dura. Berlusconi va dappertutto: Ferrara, Biscardi... Gli manca solo Bonolis con Il senso della vita. Purché non lo presenti come un medium». E Prodi? «L’ho visto che faceva una maratona. Spettacolo impressionante. Anche lui, nei tre mesi che mancano alle elezioni, è disposto a fare di tutto».

Notazioni finali sul futuro della satira: «La satira oggi viene usata sempre più come scusa. In Rai è più difficile farla perché lì tutto è dominato dalla politica. I cui toni sono ormai talmente accesi che, facendoci delle battute sopra, rischi di passare per un moderato».

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