Gianni Clerici
Il laboratorio di strutturistica chimica, ambientale e biologica dellUniversità di Bologna ha condotto una ricerca scientifica che ha messo in evidenza le proprietà delle microparticelle di idrossiapatite attive biologicamente nella cura dei denti. Per merito di questa ricerca, sono stati brevettati i «Microrepair», che sono microcristalli di un composto chimico chiamato carbonato-idrossiapatite-zinco.
Per composizione e struttura, tali microcristalli assomigliano molto ai cristalli ottenuti dal tessuto osseo nella dentina e nello smalto. Essendo bio-assorbibili vengono gradualmente dissolti nei liquidi fisiologici ed esercitano proprietà antisettiche. La presenza di zinco nella regione orale ostacola la formazione del tartaro e di eventuali placche batteriche.
Spiega il professor Norberto Roveri, che dirige il laboratorio di strutturistica chimica, ambientale e biologica dellateneo bolognese: «Già trentanni fa il professor Alberto Ripamonti cominciò a studiare con tecniche basate sui raggi X i tessuti biologici calcificati. Allora non veniva ancora accettata la chimica dei sistemi biologici. Noi suoi allievi abbiamo continuato gli studi (da lui iniziati) del tessuto osseo e dei processi di mineralizzazione».
I risultati sono stati sorprendenti, nel senso che i ricercatori guidati dal professor Roveri hanno ottenuto biomateriali altamente innovativi nei seguenti campi: ortopedia, odontoiatria, chirurgia maxillo-facciale. Recentemente i nanocristalli ottenuti in quel laboratorio sono stati addirittura impiegati per somministrare in maniera mirata alcuni farmaci antitumorali. I microcristalli bioattivi di Microrepair, spiega il professor Roveri, sono in grado di legarsi superficialmente allo smalto dei denti, riparando e talvolta «ricostruendo» minuscoli difetti estetici.
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