da Milano
Prendere o lasciare ha detto Microsoft: e Yahoo ha lasciato, per la seconda volta. La nuova proposta del colosso di Redmond, nello Stato di Washington - pochi i dettagli in proposito, per il momento si sa solo che Microsoft ha «rinnovato una precedente offerta» per la divisione di ricerca su Internet di Yahoo - è stata respinta. Forse il diniego è stato determinato anche dal fatto che per la decisione erano state concesse solo 24 ore. Un autentico ultimatum.
Tempo insufficiente per valutare con attenzione una proposta vincolata al rinnovo del consiglio di amministrazione e che avrebbe dato a Microsoft il motore di ricerca, ma avrebbe messo la parte restante del gruppo direttamente nelle mani di Carl Icahn - azionista di Yahoo e oggi alleato di Microsoft, contro il presidente di Yahoo, Jerry Yang - affidandola al controllo di un gruppo di consiglieri di amministrazione guidati proprio dallo stesso Icahn.
Obbligata a rispondere in tutta fretta, Yahoo ha preferito scegliere modi aggressivi piuttosto che la via della conciliazione, gettando benzina sul fuoco dei rapporti già tesi tra le due società. «È assurdo e ridicolo pensare che il nostro consiglio di amministrazione avrebbe potuto accettare unofferta di questo genere», ha detto in una nota il presidente di Yahoo, Roy Bostock, aggiungendo che «comportamenti così imprevedibili sono quello che ci si può aspettare da Microsoft, ma non va confuso con gli interessi dei nostri azionisti».
Yahoo, almeno così dicono i suoi vertici, aveva inizialmente provato a tenere aperta la trattativa, dicendosi disposta a valutare la vendita totale della società per 47,5 miliardi di dollari, o 33 dollari per azione, ovvero la cifra che Microsoft aveva inizialmente offerto, salvo poi ritirare la proposta quando lamministratore delegato di Yahoo, Jerry Yang, ha chiesto di alzare la posta ad almeno 37 dollari per azione. Microsoft si sarebbe invece rifiutata di riprendere in considerazione questa possibilità, irrigidendosi sulla nuova proposta, scatenando lira di Bostock.
Meno di una settimana fa Icahn aveva annunciato che Microsoft sarebbe stato pronto a riaprire le trattative.
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