Igor Traboni
da Cassino (Fr)
Troppo piccola la chiesa di San Bartolomeo, alla periferia di Cassino, per accogliere le migliaia di persone che ieri pomeriggio hanno voluto portare lultimo saluto a Maria Rosaria Di Bartolomeo, la poliziotta di 30 anni morta mercoledì scorso alla stazione di Roma Termini, schiacciata da un carrello elettrico utilizzato per raccogliere i rifiuti dai treni.
Maria Rosaria quel giorno tornava da Bologna, dove prestava servizio in Questura, e doveva raggiungere la sua città natale in Ciociaria, per alcuni giorni di riposo e per mettere a punto gli ultimi preparativi dellimminente matrimonio. E ieri, dietro alla bara cosparsa di fiori bianchi, cera proprio il ragazzo che Maria Rosaria avrebbe dovuto sposare a giugno. Accanto a lui, i genitori e i fratelli della ragazza. E poi tutto il quartiere di Cassino (San Bartolomeo) in cui la poliziotta era cresciuta e in cui era fatta volere bene da tanti per la sua totale disponibilità, prima di vestire la divisa e trasferirsi in Emilia. Presenti alla funzione anche alcuni funzionari della questura di Frosinone e il sindaco di Cassino, Bruno Scittarelli.
Da Bologna, oltre al questore, sono arrivati decine di colleghi di Maria Rosaria e sono stati loro a portare un cuscino di calle bianche, i fiori che la giovane avrebbe desiderato vedere in chiesa per laddobbo nel giorno del suo matrimonio, in quella stessa chiesa dove ieri a lungo sono riecheggiati singhiozzi, urla di disperazione e pianti a dirotto.
Il rito funebre è stato presieduto dallabate di Monte Cassino, Bernardo DOnorio, che ha sottolineato lassurdità di questa morte, tanto inaspettata quanto banale.
In migliaia per laddio alla poliziotta travolta
La chiesa di San Bartolomeo a Cassino piena dei fiori che la donna aveva scelto per il matrimonio del prossimo giugno
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