Migliorano i conti pubblici Scende ancora il fabbisogno

Non si arresta, a luglio, la discesa del fabbisogno statale. Nei primi sette mesi dell’anno il deficit statale è sceso ulteriormente a 43,1 miliardi (10,5 miliardi in meno rispetto a gennaio-luglio 2009) dopo che a giugno era calato a quota 45,8 miliardi, registrando un avanzo di 2,7 miliardi nel solo mese di luglio.
Un risultato raggiunto, secondo il Tesoro, grazie alle minori spese per interessi sul debito pubblico, a seguito dei bassi tassi di interesse spuntati nelle aste dai Titoli di Stato e alla frenata della spesa da parte degli enti locali, mentre tengono le entrate fiscali, nonostante alcune scadenze - quelle per i piccoli imprenditori che utilizzano gli studi di settore - siano slittate ad agosto e, quindi, vengono a mancare a luglio.
Giova anche, nel confronto con il 2009, la mancata sottoscrizione dei Tremonti Bond che nel luglio dello scorso anno pesò per 1,45 miliardi di euro. Allora il ministero dell’Economia sottoscrisse per quella cifra le obbligazioni emesse dal Banco Popolare. I Tremonti-bond vennero sottoscritti nei mesi successivi da Mps, Bpm e Creval. Quest’anno il ministero ha riaperto i termini a disposizione delle banche dopo gli stress test (superati da tutti gli istituti italiani), ma solo per allinearsi alle disposizioni europee. Nessuna banca nel nostro Paese intende infatti sottoscriverli. Tornando ai conti pubblici, il solo mese di luglio ha mostrato un avanzo del settore statale (provvisorio) di 2,7 miliardi, in miglioramento di 6,3 miliardi rispetto allo stesso mese del 2009 quando si era avuto un rosso di 3,659 miliardi. Le casse pubbliche, rileva il Tesoro, beneficiano «dal lato dei pagamenti, di un minore onere per interessi sul debito, un rallentamento nella dinamica dei prelievi delle amministrazioni locali dai conti della tesoreria statale, infine la mancata erogazione a favore delle Cei, già effettuata nel mese di giugno 2010. Sul lato delle entrate il ministero dell’Economia rileva «nel complesso una sostanziale tenuta del gettito fiscale che, analogamente allo scorso anno, ha risentito degli effetti dello slittamento dei termini di versamento delle imposte per i contribuenti soggetti agli studi di settore».
Da Roma a Washington. La crescita economica americana procede «moderata», ma la strada verso una piena ripresa è ancora lunga e presenta ostacoli. A ribadirlo è il presidente della Fed, Ben Bernanke. «La crisi finanziaria appare alle nostre spalle e l’economia sembra essersi stabilizzata e tornata a crescere. Ma la strada verso una piena ripresa è ancora lunga, con molti americani ancora alle prese con la disoccupazione, i pignoramenti e i risparmi persi - ha spiegato Bernanke - inoltre il mercato immobiliare resta debole e le condizioni di credito strette. Anche la lenta ripresa del mercato del lavoro e l’incertezza sulle sue prospettive pesa sulla fiducia e sui consumi. Ma molto tempo sarà necessario per ripristinare i quasi 8,5 milioni di posti che sono stati persi tra il 2008 e il 2009. Inoltre, quasi la metà dei disoccupati sono senza lavoro da più di sei mesi».
Intanto l’euro è volato ieri ai massimi dagli inizi di maggio, quando cioè la crisi del debito greco ancora non aveva raggiunto il suo apice, sostenuto dai segnali di ripresa che incoraggiano l’appetito per il rischio e l’uscita dagli investimenti in dollari.

La divisa unica è salita fino a 1,3195 dollari, a un soffio dalla soglia psicologica degli 1,32 e ai massimi dallo scorso 4 maggio, vigilia del drammatico weekend che costrinse Bce e Ue a varare un programma di aiuti ad Atene per evitare il peggio.MC

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