Protetta dalla Alpi, la viticoltura della Valle d'Aosta si sviluppa lungo il vigoroso corso della Dora Baltea, su suoli rocciosi e molto poveri. L'originale carattere dei vini prodotti, decisamente lontani dai parametri organolettici più consueti, si deve da una parte al particolare clima locale (forti escursioni termiche e scarsa umidità) e dall'altra a un certo isolamento geografico che ha favorito la conservazione di numerose varietà locali.
Ma la forte identità valligiana si trasmette anche attraverso vitigni la cui culla è altrove, come il potente Chardonnay che qui può dar vita a vini semplicemente diversi visti i risultati del mineralissimo Chardonnay 2006 di Chateau Feuillet, 0165.903905 fiorano@vievini.it, e del vibrante (e autentico) Chardonnay élevé en fut de chene 2006 degli Anselmet a Villeneuve, 0165.95419, renato.anselmet@tiscalinet.it. Perfino l'arcigno Nebbiolo si inchina alle esigenze di Madre Natura e, coltivato su basse pergole terrazzate, esprime profumi piccanti e un gusto tagliente che, nelle migliori annate, garantisce pure una buona longevità. Da non perdere i Donnas della Caves Cooperative de Donnas, 0125.807096, donnasvini.it, dal base 2004, al Napoléon 2003, al sorprendente Superieur Vielle Vigne 2003. Il dna del terroir valdostano si fa sentire anche nell'ottimo Pinot Gris 2006 di Lo Triolet a Introd, 0165.95437, lotriolet.vievini.it, un vino che riscatta con eccellente temperamento la mediocrità di buona parte dei pinot grigi italiani.
Arriva dal Vallese invece, il bianco Petite Arvine, vitigno dotato di carattere aromatico fine e agrumato che le mani dell'esperto Costantino Charrere ad Aymaville, 0165.902274, lescretesvins.it, conducono a un 2006 maturo e pimpante allo stesso tempo.
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